Torino: sabauda e contemporanea
Un divertente colto weekend nell’effervescente Torino di oggi
Città elegante e raffinata, straordinariamente proiettata al futuro ma conservatrice nell’anima
L’ideale è arrivarci in treno, considerando che le stazioni sono in pieno centro città.
Porta Nuova, per esempio, è a due passi dal favoloso e storico 5 stelle Turin Palace Hotel, magistralmente rinnovato, con salles de bain degne di un imperatore.
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A fare da contraltare alla grandiosa Piazza Castello, il cuore della città, che da sola racconta la storia di Torino, sono nati, negli ultimi anni, scenari sorprendenti e inaspettati, come la Fabbrica del Lingotto nata nel 1923, la più grande d’Europa, convertita nel 1998 dall’archistar Renzo Piano in un immenso polo commerciale, con negozi, ristoranti, cinema e grandi saloni fieristici.
OGR Torino, una scoperta memorabile
Quando ho oltrepassato il cancello dell’OGR, acronimo di Officine Grandi Riparazioni, ho avuto la sensazione di trovarmi in un luogo speciale. Le ex officine per la riparazione dei treni nell’Ottocento, tra corso Vittorio Emanuele e corso Francesco Ferrucci, dal 2017 si sono trasformate in un altrettanto grandioso centro della cultura contemporanea, dell’innovazione e della ricerca. Con interventi architettonici di grande gusto, che ne lasciano intravedere il passato di “offficina”.
Fin dal primo momento mi ha colpito l’affluenza di giovani in qualsiasi momento della giornata. A loro sono dedicate salette conviviali, lunghissimi tavoli di 25 metri su cui studiare in compagnia, il tutto illuminato da lampade allegre e modernissime.
Un luogo molto frequentato, dove grazie ai grandi spazi disponibili, ci si ritrova per assistere a concerti, spettacoli, feste, mostre e per esplorare la cultura contemporanea in ogni sua sfaccettatura.
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Per favorire la convivialità è stato creato Snodo, dedicato al food&drink con un ottimo cocktail bar, dove tra gli ingredienti di base non manca mai il Vermouth, un’invenzione torinese.
Il Vermouth risale al 1786, quando Antonio Carcano apre sotto i portici di piazza Castello una bottega dove vende un vino bianco aromatizzato con erbe e spezie, che chiama Vermouth.
All’epoca lo si serviva come aperitivo, prima del pranzo, insieme ai “piattini di rinforzo”, a base di formaggi, salumi, tomini al verde e insalata russa.
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Oggi, vari locali propongono l’Extra Vermouth, offrendo diverse marche e cinque differenti tipologie.
Tra questi il Caffè Reale, in un angolo del cortile di Palazzo Reale, un’esperienza da non perdere (ora chiuso per restauro). La caffetteria è ricavata in una delle sale storiche del palazzo, la Frutteria del Settecento, che ancora oggi conserva vetrine d’epoca con collezioni di piatti e tazzine da tè in mostra. Cosa c’è di meglio per gustare nell’ambiente giusto l’Extra Vermouth?
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Tra le delizie di Torino c’è il piacere di sedersi in uno dei dieci “Caffè storici” del centro. Il mio preferito è da sempre Baratti&Milano in Piazza Castello, rilucente di specchi, stucchi e marmi, il punto d’incontro dei torinesi doc. Serviti da camerieri impeccabili, si gustano i pasticcini mignon, ma soprattutto il famoso bicerin, prediletto dal Conte di Cavour, a base di caffè, cioccolata e crema di latte. Guai a rimescolarlo: la tradizione vuole che lo si sorseggi lentamente, per assaporarne il gusto caldo e tiepido e la densità del cioccolato.
Il cioccolato, grande passione e vanto dei torinesi
Le cioccolaterie d’eccellenza non mancano, basta citare Guido Gobino in via Lagrange 1 e Guido Castagna nella vicina Giaveno, ma vorrei parlarvi della mia ultima scoperta l’ “Antica Cioccolatteria Croci Bruno”, produzione e vendita una accanto all’altra, con sede dal 1930 in via Principessa Clotilde 6/A, nello storico centrale quartiere San Donato. Qui, ancora oggi, gli eredi del trisnonno Bruno producono cioccolatini seguendo le tradizionali tecniche di lavorazione, tramandate di padre in figlio, senza trascurare la sperimentazione di nuovi gusti. Anche questi eccezionali e “BUONI DENTRO”, come recita il loro logo.
Un giro nel centro storico
Uscendo da Baratti, girato l’angolo, s’imbocca la Galleria Subalpina, il passage alla francese, che collega piazza Castello con piazza Carlo Alberto, per sbucare nel cortile di Palazzo Carignano, dalla sinuosa facciata barocca in mattoni. Di fronte, nella piazza, si affaccia il Ristorante del Cambio, a due passi dall’ufficio del Conte di Cavour, che ne era un frequentatore fisso.
Santommaso 10, il ristorante nel cuore di Torino, un appuntamento fisso per gli appassionati del tartufo bianco di Alba.
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Oggi, per una cena raffinata, all’insegna del tartufo bianco di Alba nella giusta stagione, suggerisco il ristorante Santommaso 10, nell’omonima via. In questo stesso posto nel 1895 Luigi Lavazza dà vita a una piccola drogheria, che vendeva un po’ di tutto, in particolare miscele di caffè con il nome di famiglia. La drogheria diventa caffetteria e dal 2023 un ristorante d’eccellenza a sottolineare il ruolo della Lavazza e di Torino come importanti punti di riferimento per la gastronomia.
Il menu è una sorpresa da non perdere. Lo chef Gabriele Eusebi predilige i gusti autentici con una visione innovativa. L’insalata russa è ispirata alla cassata di Corrado Assenza, il Vitel Tonnè, diventa un secondo piatto, mentre i tajarin crema di Cusié e tartufo bianco sono sempre un must.
Tutto è vicino a Torino: a pochi passi il mitico Museo Egizio con il nuovo geniale allestimento permanente “Materia-Forma del tempo”. Poco oltre si entra in piazza San Carlo, chiamata il salotto della città, dove nello storico Palazzo Turinetti hanno sede le Gallerie d’Italia, nuovo grande spazio dedicato all’arte di banca Intesa San Paolo.
I cinque piani di Palazzo Turinetti sono dedicati alla fotografia
Fino al due marzo è di scena “Mitch Epstein-American Nature”. Dal 20 febbraio al 7 settembre il protagonista è Olivo Barbieri, uno dei fotografi italiani contemporanei più innovativi. La mostra, Spazi Altri, attraverso le immagini scattate in Cina in 30 anni di lavoro, fa emergere i contrasti di un paese che oscilla tra postmodernità e arcaismo.
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Chiunque ama l’armonia non può che restarne affascinato. La sua storia inizia lontano nel tempo. In origine maniero del Medioevo, in seguito residenza di piacere, distrutto dai francesi alla fine Seicento e affidato nel secolo seguente a Filippo Juvarra per farne una nuova reggia, iniziata ma mai terminata, il maniero cade in abbandono dopo la seconda guerra mondiale.
Tutto cambia nel 1978 quando inizia il processo di rinascita che si conclude il 18 dicembre 1984 con la trasformazione in Museo di Arte Contemporanea, il primo in Italia. La ricostruzione viene affidata all’ora giovane eccezionale architetto Andrea Bruno, che porta a termine il cantiere abbandonato dallo Juvarra con soluzioni ardite: strutture attuali che si innestano sull’antico, una scala nel vuoto, acciaio e vetro che dialogano con il passato. Un lavoro di grande classe, conclamato in Italia e all’estero, ma anche da chi arriva qui per la prima volta.
“Mutual Aid”
Le mostra in scena fino al 23 marzo 2025 s’intitola “Mutual Aid” cioè “Arte in collaborazione con la natura”. Concepita per la Manica Lunga, lo spazio ideato per ospitare la pinacoteca del duca Carlo Emanuele I, esplora il concetto di mutuo appoggio tra tra esseri umani e natura attraverso le opere di artisti di tutto il mondo.
Per ora questo è tutto, ma ci sarà un seguito: Torino nasconde altre interessanti scoperte.
Silvana Rizzi