Vi piace l’arte? Tre proposte insolite facilmente raggiungibili

In Lombardia. A Milano, la ceramica è di scena fino al 6 dicembre a ML FINE ART, la galleria di Matteo Lampertico

“Terra” di Casoni&Bertozzi

Vi invito a scoprire “Bertozzi&Casoni. Epifania”, una mostra raffinata e fuori dal comune, dove la ceramica diventa arte concettuale, raccontando la realtà attraverso i rifiuti della società contemporanea. Il tutto con un pizzico di surrealismo, tanto realismo e altrettanta passione.

Fin dal titolo“Bertozzi & Casoni. Epifania” si intuisce che siamo di fronte a una rivelazione, frutto di situazioni quotidiane, apparentemente banali, ma che svelano qualcosa di più profondo e inaspettato.

Chi non conosce il binomio imolese Bertozzi & Casoni, due artisti geneticamente legati al mondo della ceramica, data la vicinanza con Faenza, non può che restare stupefatto al primo approccio con le loro opere. Al centro della sala d’entrata s’innalza TERRA, una piramide di oggetti degni del camion della spazzatura.

Il fatto più straordinario è che ogni minimo oggetto, compresi i bicchieri di plastica accortacciati o i mozziconi di sigaretta, è realizzato in ceramica.

“Buca”di Casoni&Bertozzi

Attraverso gli elementi di scarto, dai vecchi bidoni di benzina, da cui debordano lattine di birra con scritte cinesi, alle carte geografiche ormai inutili, alle taniche buttate alla rinfusa qua e là, Bertozzi e Casoni affrontano  i grandi temi di una società imperfetta , dove tutto scorre, lasciando un segno inesorabile.

Ad evocare con ironia il mondo di oggi, ecco appese alla parete le varie interpretazioni di BUCA, cioè la buca delle lettere, da dove sbucano pagine di quotidiani e volantini pubblicitari, ormai inutili e abbandonati.  Qualcuno si avvicina per toccare, incredulo che possa essere ceramica. Altrettanto interessante è il simbolico Cestino della discordia, protagoniste le lumache all’assalto del contenuto.

Per info: www.mlfineart.com, via Montebello 30, Milano
fino al 6 dicembre, da lunedì a venerdì 10/13, 14/19

In Piemonte. Con “Luci d’artista” Torino trasforma il suo cielo in un museo

Fino all’8 gennaio, la città “s’illumina d’immenso” grazie a una mostra notturna da non perdere assolutamente, affascinante, ricca di spunti da scoprire lentamente, su cui riflettere per interpretarne il significato nascosto: attraverso le luci si va oltre l’apparenza delle cose.

Quest’anno, grazie all’intervento di numerosi sponsor, le installazioni luminose sono 27, di cui 16 nel centro della città.

Nata 25 anni fa per celebrare le feste natalizie, per volontà della città di Torino, oggi la manifestazione,  Luci d’artista ha raggiunto una fama internazionale, proponendo un percorso espositivo d’arte contemporanea totalmente innovativo, che coinvolge decine d’artisti di tutto il mondo, chiamati a interpretare la luce.

Alla sera, è emozionante passare da una via a una piazza, a piedi o comodamente seduti sul bus panoramico City Sightseeing Torino, accompagnati da una guida a illustrare le opere degli artisti.

Sulla cupola della Basilica Mauriziana, ben visibile da ogni punto della città, si staglia nella notte un’enorme punto di domanda rosso, opera dell’artista  GRAZIA TODERI, new entry dell’anno con Giorgio Griffa e Renato Leotta. Il significato? Provate a pensarci…

Per me è un invito a mettere in dubbio le proprie certezze, ad aprirsi al mondo e al diverso.

Daniel Buren, “Tappeto Volante”, 1999, piazza Palazzo di Città, Luci d’Artista 2017 – 2018. ©Roberto Cortese, 2017 © Archivio Storico della Città di Torino

Invitante il tappeto volante di DANIEL BUREN, dove trama e ordito si fondono tra loro, a mano a mano che ci si avvicina all’opera, fino a formare immagini simili a un tappeto.

In via Roma lo stupefacente planetario di CARMELO GIAMMELLO invita a uscire dai portici per avvicinarsi alle stelle, mentre nella galleria Subalpina, VALERIO BERRUTI rappresenta tutti noi pronti a spiccare il volo verso il cielo.

Per info: Lucidartista.comune.torino.it

In Francia. A Parigi “Art Déco France/Amerique du Nord”. Fino al 6 marzo 2023

Exposition Art Déco. France Amérique du Nord @ Cité de l’architecture et du patrimoine, ©Denys Vinson, 2022

Last but not least, vi propongo una mostra insolita nella ville lumière, dedicata all’Art Déco e agli scambi culturali e artistici con gli Stati Uniti dalla fine del XIX secolo agli anni ’30.

La sede è il prestigioso Palais de Chaillot, costruito nel 1935, un palazzo dalle dimensioni “washingtoniane”, ultimo fuoco del dialogo artistico nato anni prima tra la Francia e il Nord America. Con quest’opera si conclude l’avventura dello stile Art Déco.

Tutto ha inizio nel 1919, dopo l’armistizio , quando l’armata americana decide di aprire una scuola d’arte a Parigi, creando così uno scambio tra i professori francesi e quelli d’oltre Oceano.

Gli americani s’innamorano del nuovo stile, moderno, dalle forme stilizzate, ideale per un paese all’avanguardia. Dal canto suo la Francia affida all’Art Déco una missione diplomatica, ne rivendica la paternità e la diffonde. Il mitico piroscafo  Ile-de-France naviga avanti e indietro dagli Stati Uniti alla Francia, simbolo di un’ epoca e di una arte del viaggio alla francese.

In mostra 350 opere, a illustrare l’architettura e gli architetti del momento che trascinano in queste evoluzioni stilistiche altre professioni, dai pittori, agli scultori agli artigiani, fino alla moda, alla gioielleria, alla tavola. L’Art Déco è dappertutto , fino a diventare il simbolo dell’emancipazione della donna.


Per info: www.citedel’architecture.fr 
Sede: Palais de Chaillot , 1, Place du Trocadéro, Parigi- Francia
dalle 11 alle 19,  chiuso il martedi , giovedi fino alle 21

Silvana Rizzi