Genova celebra il maestro dell’astrazione con una retrospettiva che esplora la profondità del segno, del colore e della tela

griffa-32
griffa-13
griffa-24

Dal 22 marzo al 13 luglio 2025, Palazzo Ducale di Genova presenta “Dipingere l’invisibile”, una mostra dedicata all’arte di Giorgio Griffa, maestro dell’astrazione italiana

Genova accoglie una retrospettiva monumentale dedicata a Giorgio Griffa, figura di spicco dell’arte contemporanea italiana, con la mostra “Dipingere l’invisibile” a Palazzo Ducale dal 22 marzo al 13 luglio 2025. Curata con acume da Ilaria Bonacossa e Sébastien Delot, in stretta collaborazione con la Fondazione Giorgio Griffa, l’esposizione promette di gettare nuova luce sull’opera di un maestro che da oltre cinquant’anni indaga le profondità del segno, del colore e della tela, tracciando un percorso unico e inconfondibile nel panorama artistico internazionale.

Nato a Torino nel 1936, Giorgio Griffa ha attraversato le evoluzioni dell’arte italiana a partire dagli anni Sessanta, distinguendosi per una pittura poetica, astratta e intrinsecamente performativa. La sua partecipazione a ben tre edizioni della Biennale di Venezia (1978, 1980, 2017) e le oltre 200 mostre personali in musei e istituzioni di prestigio mondiale testimoniano la sua rilevanza storica.

Giorgio Griffa, Disordine LN, 2024, acrylic on canvas, 102×104 cm

Palazzo Ducale, inedito palcoscenico per l’arte contemporanea, ospita un dialogo inedito tra le sue sale storiche e le opere di Griffa. Come sottolinea Beppe Costa, presidente della Fondazione per la Cultura, questa mostra segna una svolta significativa nella programmazione culturale del Palazzo, pur riallacciandosi a un filo conduttore già presente nella storia della città, che negli anni Settanta e Ottanta vide Genova protagonista del dibattito sull’arte contemporanea, anche grazie al contributo di Griffa e alle mostre curate da Ida Giannelli alla SamanGallery.

Il lavoro di Giorgio Griffa ha la forza silenziosa dell’acqua nella sua capacità trasformativa,” afferma Ilaria Bonacossa, direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e co-curatrice della mostra, evidenziando la sospensione temporale, quasi ipnotica, che emana dalle sue tele. Un elemento centrale di questa “trasformazione” è la luce, tema conduttore dell’esposizione, che vedrà gli spazi dell’Appartamento del Doge aprirsi alla luce naturale, seguendo un suggestivo consiglio dello stesso artista.

Giorgio Griffa, Due quadrati (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 96x69cm . Courtesy Fondazione Giorgio Griffa, ph Federico RizzoGiorgio Griffa, Due quadrati (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 96x69cm . Courtesy Fondazione Giorgio Griffa, ph Federico Rizzo
Giorgio Griffa, Linea rosa (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 70x96cm. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa, ph Federico RizzoGiorgio Griffa, Linea rosa (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 70x96cm. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa, ph Federico Rizzo
Giorgio Griffa, Nodo (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 95x69cm. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa, ph Federico RizzoGiorgio Griffa, Nodo (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 95x69cm. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa, ph Federico Rizzo
Giorgio Griffa @Marko Seifert | Courtesy Fondazione Giorgio GriffaGiorgio Griffa @Marko Seifert | Courtesy Fondazione Giorgio Griffa

Il percorso espositivo si snoda attraverso undici sale, presentando sessanta opere tra tele di grandi dimensioni, lavori su carta e installazioni, tra cui un omaggio a Eugenio Montale nel centenario della pubblicazione di “Ossi di seppia”. Un dialogo aperto si instaura tra le monumentali tele astratte di Griffa e la storia e l’architettura del palazzo, creando un’esperienza immersiva per il visitatore.

Sébastien Delot, co-curatore della mostra, pone l’accento sull’importanza dell’oblio nel lavoro di Griffa, un processo necessario per accedere al tempo sensibile e dare spessore alla memoria secolare della pittura. “Come un musicista, questo pittore torinese propone sottili variazioni intorno allo spazio, al colore e alla linea,” spiega Delot, sottolineando la costante necessità per l’artista di “dimenticare tutto per avvicinarsi il più possibile all’origine”.

L’esposizione si articola attraverso i cicli che hanno scandito la carriera di Griffa: dai “Segni primari” degli esordi, espressione di un alfabeto elementare che si dispiega sulla tela come una melodia, a “Segno e Campo”, dove negli anni Ottanta irrompono le prime grandi campiture di colore, omaggiando la lezione di Henri Matisse. Il ritmo del jazz si fa eco nel ciclo omonimo, dove l’improvvisazione si sposa con la libertà del segno e del colore.

La riflessione sull’ignoto, tema centrale della poetica di Griffa, trova spazio nell’omonimo ciclo e nel documentario “Painting Disordine IR”, che immerge lo spettatore nell’intimità del suo atelier durante la creazione della monumentale tela “Disordine IR”, testimonianza dell’interesse dell’artista per la fisica e la sua capacità di riorganizzare il nostro sistema concettuale.

Il concetto di “Non finito”, altro pilastro della sua ricerca, si manifesta in opere che lasciano la tela parzialmente vuota, aperte a infinite possibilità, in linea con una visione dinamica del tempo e dello spazio mutuata dalla filosofia Zen.

Il culmine del percorso espositivo è rappresentato dalle sale dedicate a “Poesia” e “Océanie”. La poesia, per Griffa, ha il potere di rendere visibile l’invisibile, e proprio a partire da “Dioniso”, la sua installazione per la Biennale di Venezia del 1980, l’artista introduce un nuovo supporto: la tarlatana, una garza leggera e trasparente che segna un abbandono della rigidità formale in favore di riferimenti letterari che spaziano da Proust a Calvino. L’ammirazione per Matisse si rinnova nel ciclo “Océanie”, dove Griffa reinterpreta l’opera del maestro francese attraverso il suo personalissimo alfabeto di segni e colori, in un dialogo attivo e mai pedissequo.

Giorgio Griffa, Campo rosa, 1989, acrylic on canvas, 53×41 cm. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa, ©Federico Rizzo

La mostra “Dipingere l’invisibile” si configura dunque come un’occasione imperdibile per immergersi nell’universo di Giorgio Griffa, un artista che ha saputo tracciare un solco profondo nella storia dell’arte italiana, con una pittura che continua a interrogare il nostro rapporto con il visibile e l’invisibile, con la memoria e il tempo, con la poesia e la scienza. Un evento che conferma la centralità di Genova nel panorama culturale italiano e la rinnovata attenzione di Palazzo Ducale verso le espressioni più significative dell’arte contemporanea.

La Redazione

Info:

Mostra: Giorgio Griffa. Dipingere l’invisibile

Date: 22 marzo – 13 luglio 2025

Luogo: Palazzo Ducale, Appartamento e Cappella del Doge, Genova

A cura di: Ilaria Bonacossa e Sébastien Delot

In collaborazione con: Fondazione Giorgio Griffa