Per molti esperti è di Leonardo da Vinci

Fino al 26 maggio 2024 la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino ospita Leonardo Da Vinci. La Prima Monna Lisa. Opera che secondo molti esperti è una versione precedente del celebre quadro del Louvre

Uno dei più intriganti misteri della storia dell’arte degli ultimi anni ha per protagonista la Monna Lisa di Leonardo da Vinci: è possibile che il genio rinascimentale ne abbia dipinte due invece che una sola? Il dibattito su tale questione è iniziato con il ritrovamento di quella che è divenuta nota come Monna Lisa di Isleworth, un ritratto più giovane di Lisa Gherardini, il celebre soggetto della Gioconda del Louvre.

L’opera rimarrà esposta a Torino fino al 26 maggio 2024, nella prestigiosa sede della Società Promotrice delle Belle Arti, all’interno del parco del Valentino. A promuovere la mostra dal titolo Leonardo Da Vinci. La Prima Monna Lisa è la Mona Lisa Foundation, in collaborazione con SM.Art e WeAreBeside.

Alcuni studiosi considerano il dipinto un’opera di Leonardo da Vinci, altri invece sono più scettici su questa eventualità. Tra coloro che rifiutano l’attribuzione al genio fiorentino figura anche Vittorio Sgarbi.

Certezze sembra non possano essere raggiunte, ma ciò capita spesso quando si parla di Leonardo da Vinci. L’unica sua opera su cui tutti gli studiosi concordano circa la sua paternità è la Monna Lisa del Louvre. Per tutte le altre il dibattito resta aperto. La difficoltà nell’attribuire con certezza un’opera a Leonardo risiede nel fatto che l’artista spesso si faceva aiutare dagli allievi della sua bottega e quindi è problematico stabilire in termini percentuali il suo contributo effettivo nella realizzazione di un lavoro a lui commissionato.

Nel caso della Monna Lisa di Isleworth molti sono gli esperti che sostengono la paternità di da Vinci sulla base di evidenze storiche, scientifiche e documentali. Tra questi Salvatore Lorusso, Professore ordinario dell’Università di Bologna: «La mia analisi delle prove storiche e una recente ricerca hanno stabilito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la versione del Louvre deve essere il secondo ritratto di Monna Lisa realizzato da Leonardo».

Un altro importante studioso a favore della tesi della paternità di Leonardo è Jean-Pierre Isbouts, Professore Emerito della Fielding Graduate University: «Sono orgoglioso di annunciare la pubblicazione della mia ultima opera: Leonardo – The complete paintings. In questo libro presento tutti i dipinti di Leonardo nel loro contesto storico e mostro molto chiaramente come la Prima Monna Lisa sia di mano di Leonardo e come si inserisca perfettamente nella progressione del suo lavoro».

La mostra di Torino offre anche l’opportunità di presentare gli enormi passi in avanti fatti negli studi grazie a pubblicazioni e ricerche di esperti provenienti da tutto il mondo. «Solo negli ultimi 4 anni» sostiene Joel Feldman, Segretario Generale della Mona Lisa Foundation, «sono stati pubblicati più di mezza dozzina di libri che presentano nuove prove e che rendono l’attribuzione fuori discussione».

La storia del dipinto la Monna Lisa di Isleworth

Il quadro La Prima Monna Lisa arrivò in Inghilterra nel 1773, dove venne conservato all’interno di un maniero di Somerset appartenente a un collezionista privato inglese.

Nel 1914 fu acquistato da Hugh Blaker, artista e mercante d’arte che viveva a Isleworth, cittadina a ovest di Londra. Da qui viene il nome con cui oggi è conosciuto il dipinto: la Monna Lisa di Isleworth.

Oggi è di proprietà della Mona Lisa Foundation (fondazione svizzera no-profit), che nel 2012 la presentò ai media divulgando i risultati di oltre 35 anni di studi. Sulla base di queste ricerche e test con la consulenza di storici dell’arte internazionali, scienziati ed esperti di Leonardo da Vinci è stata avanzata la tesi dell’esistenza di due versioni della Monna Lisa realizzate entrambe dalla mano del genio fiorentino in periodi diversi, una nel 1503 e una dopo il 1508.

Le prove a sostegno della paternità di Leonardo da Vinci

Il primo fatto a favore dell’esistenza di due Monna Lisa è la constatazione che Leonardo diverse volte nel corso della vita ha realizzato i suoi dipinti in più versioni, ne sono esempi la Vergine delle Rocce, la Madonna dei Fusi e la Sant’Anna con la Vergine e il Bambino.

Un altro elemento a favore è la testimonianza di Gian Paolo Lomazzo, uno degli storici dell’arte più rispettati del suo tempo, che nel 1584 confermò l’esistenza di due Monna Lisa.

È stata poi trovata una nota datata “ottobre 1503” che è stata scritta a mano da Agostino Vespucci, in cui quest’ultimo riferisce che Leonardo in quel periodo stava lavorando alla Monna Lisa. Questa data è confermata da Giorgio Vasari nelle sue Vite. Il problema è che tutti gli esperti concordano nel dire che la Monna Lisa del Louvre è stata realizzata dopo il 1508.

Vasari scrive anche che Leonardo lavorò per quattro anni alla Monna Lisa lasciando poi il dipinto incompiuto, ma la Gioconda del Louvre è un’opera finita. La Monna Lisa di Isleworth, invece, appare incompleta proprio come il ritratto citato da Vasari.

C’è poi la questione delle colonne sullo sfondo, che la Monna Lisa di Isleworth contiene mentre  quella del Louvre no. A lungo si era ipotizzato che fossero state tagliate, ma esami approfonditi sulla Gioconda del Louvre hanno dimostrato che non ha subito alcuna modifica nelle dimensioni. Si era a lungo pensato che potesse avere delle colonne eliminate in seguito, perché così lasciava intuire un disegno di Raffaello del 1504 realizzato ispirandosi alla Monna Lisa. Forse la spiegazione più semplice è che Raffaello vide veramente un ritratto di donna con due colonne sullo sfondo, perché la Monna Lisa a cui si ispirò fu quella di Isleworth e non quella del Louvre.

La mostra riporta diverse altre prove, che sarebbe troppo lungo riferire ora, ma una delle più interessanti da citare è lo studio condotto da Dolores García Ruiz, Presidente della Asociación Cultural Mona Lisa. La sua ricerca storica dimostra che all’epoca di Leonardo la seta nera era una vera rarità, perché il colore era ottenuto grazie a un pigmento costoso proveniente dalle Americhe. Lisa Gherardini, essendo la moglie del ricco mercante di tessuti Francesco del Giocondo, era riuscita a entrare in possesso della pregiata stoffa. Questo spiega perché la donna nel ritratto non indossa gioielli: la sua ricchezza era già testimoniata dagli abiti nella costosa e rara seta nera. Questo dettaglio lo si ritrova in entrambe le versioni della Monna Lisa. «I risultati della ricerca», sostiene Dolores García Ruiz, «considerati nel loro contesto storico, dimostrano che la Prima Monna Lisa è un’opera originale di Leonardo».

Il percorso espositivo

La mostra è multimediale e interattiva: propone l’affascinante mistero dell’esistenza delle due Monna Lisa utilizzando tutta una serie di filmati con ricostruzioni storiche che catapultano il visitatore dentro il mondo rinascimentale di Leonardo e di Lisa Gherardini (permettendo di scoprire chi è realmente la donna più famosa dell’arte di ogni tempo).

Il percorso espositivo, con allestimento a cura dello studio External Reference, si snoda attraverso otto gallerie e culmina con la vista del dipinto, presentato in una stanza dedicata e custodito all’interno di una teca illuminata.

Ogni visitatore può intraprendere il tour audio-visivo all’interno della mostra con il supporto di un tablet, dove vedere 30 brevi filmati che illustrano le evidenze storiche e gli esami scientifici grazie ai quali è stata avanzata la tesi della paternità di Leonardo.

La mostra presenta infine una doppia immagine in 3D dei due grandi dipinti dedicati alla Monna Lisa così da permettere anche ai non vedenti di accedere al volto più famoso della storia dell’arte. A realizzare la riproduzione tridimensionale dei due capolavori è stata la Facoltà di Architettura di Firenze in collaborazione con la UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) Sezione di Firenze.

Il risvolto benefico

Per tutto il periodo della mostra ogni primo martedì del mese l’incasso della vendita dei biglietti verrà devoluto alla Fondazione Santo Versace Ente filantropico del Terzo Settore, charity partner dell’iniziativa.

I fondi raccolti saranno destinati al progetto Cittadella dei Ragazzi, cofinanziato dalla Fondazione, ideato e realizzato dalla Cooperativa Piccolo Principe a San Vittore Olona (Milano). Si tratta di un centro diurno polifunzionale per minori e giovani tra i 14 e i 25 anni in condizione di grave disagio psico-sociale e dispersione scolastica che offre loro una presa in carico globale, agendo sinergicamente su tre fronti: area clinica-terapeutica, sostegno educativo e laboratori professionalizzanti.

Beatrice Maria Beretti

Leonardo Da Vinci. La Prima Monna Lisa
Mostra a cura della Mona Lisa Foundation
La Promotrice delle Belle Arti in Torino

Viale Diego Balsamo Crivelli, 11, 10126 Torino – Italy
26 maggio 2024
Visita in anteprima per la stampa: 23 novembre ore 11.30
Orari: 10-20
Per info mostra: www.mostraprimamonnalisa.com