Miranda July all’Osservatorio Prada di Milano
“New Society” è la prima mostra sull’artista americana
Fino al 14 ottobre 2024 Fondazione Prada ospita negli spazi di Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano “Miranda July: New Society”, la prima retrospettiva dedicata all’artista americana
Di Miranda July (al secolo Miranda Jennifer Grossinger) dicono sia un’artista che non teme il rischio. Lo stesso può dirsi di Fondazione Prada che all’artista americana ha dedicato la prima personale mai realizzata su tutto il suo lavoro trentennale. È Miranda in persona a riconoscere questo coraggio nell’intervista rilasciata a Vogue Italia il 5 febbraio 2024: «A causa della natura del mio lavoro – performativo, effimero o collaborativo – non avevo mai pensato a come si potesse adattare agli spazi di gallerie o musei. Spesso ho voluto realizzare progetti collettivi, usando un’app e un sito web. Ma con un po’ di creatività e curiosità curatoriale questo tipo di lavoro può essere esposto».
La mostra dal titolo Miranda July: New Society è allestita fino al 14 ottobre 2024 all’Osservatorio della Fondazione Prada, spazio espositivo incastonato nel suggestivo contesto della galleria Vittorio Emanuele II di Milano.
Curata da Mia Locks, l’esibizione riunisce tutti i lavori dell’artista dagli anni ‘90 del secolo scorso fino ad ora, dalle prime esperienze nei locali punk alle sue performance artistiche più famose messe in scena in prestigiosi teatri, fino ad arrivare agli ultimi lavori realizzati usando linguaggi diversi e molteplici strumenti tecnologici.
La sua poliedricità e la sua voglia di sperimentare negli anni l’hanno portata a trasformarsi via via in attrice, performer, cantante, sceneggiatrice, scrittrice e regista. Qualunque sia la forma comunicativa scelta si nota sempre la medesima urgenza dietro ogni atto creativo dell’artista. Anche se poi cambia il suo modo di porsi nei confronti del pubblico. Racconta Miranda all’anteprima stampa della mostra svoltasi il 6 marzo 2024: «Da performer uso molto il mio corpo, ma quando scrivo entro in una dimensione più intellettuale, mi spoglio del mio corpo, divento come un insetto privo di genere sessuale, come un cervello senza corpo, e questo mi rende in un certo senso più libera e ricettiva verso il mondo».
L’ultimo libro di July uscirà nel 2024 con il titolo All Fours (A quattro zampe nella versione italiana pubblicata da Feltrinelli). Sul versante cinematografico il suo film più famoso è Me and You and Everyone We Know, premiato al Festival di Cannes del 2005 come migliore opera prima. In occasione della personale New Society, la filmografia completa di Miranda July sarà in cartellone al cinema Godard di Fondazione Prada.
Siccome gran parte delle opere in mostra sono performance artistiche realizzate tra il 1996 e il 2015, la loro rappresentazione è affidata a video, ma anche a documentazioni, materiali di scena, costumi e appunti che Miranda ha conservato in un archivio personale riaperto in occasione della retrospettiva a lei dedicata da Fondazione Prada.
«Il motivo per cui ho un archivio» spiega July, «è grazie a un incontro con un archivista che ho avuto quando avevo 22 anni ed ero una femminista punk. Quell’incontro mi ha fatto capire che quello che si ricorda di una persona è ciò che viene conservato e che a sua volta compone una storia. Così ho iniziato a conservare materiali, video, costumi… e di averlo fatto me ne sono ricordata solo mentre preparavo la mostra con Mia».
Al centro dell’indagine estetica di Miranda c’è il potere visto con sguardo critico ma anche ironico. Nelle sue performance l’artista ama ribaltare i ruoli per democratizzare il processo creativo, rendendo anche il suo pubblico partecipe nella realizzazione dell’opera. L’esperienza che scaturisce è intesa dall’artista sia come momento di condivisione sia come spunto di riflessione sulle logiche di dominio nelle relazioni umane.
Racconta July: «Quando sono sul palco e tutti mi guardano, sono in una situazione di forza ma anche di vulnerabilità. Io voglio che sia il pubblico a prendersi la scena, voglio coinvolgere e lasciare spazio agli altri».
La ricerca di democratizzare il processo artistico non implica la mancanza di una forte impronta personale nei lavori di July. Che si presenti come artista dilettante, come artista che dirige, come artista che ha bisogno di aiuto o come artista collaborativa, in Miranda a emergere è sempre la forza prorompente di una donna audace, volitiva e controcorrente.
Tutto il primo piano dell’Osservatorio è dedicato alle performance dell’artista, dalle più acerbe nei locali punk alle più famose, come Love Diamond (1998-2000), The Swan Tool (2000-2003), Things We Don’t Understand and Definitely Are Not Going to Talk About (2006-2007) e New Society (2015).
Sullo stesso piano della mostra è possibile vedere anche l’opera del 2024 A poster to be ripped/Ripping. Si tratta di un poster e di un video che documenta l’azione artistica indicata con precisione: “Un poster da strappare con rabbia violenta e disgusto e poi appendere con cura pezzo per pezzo con fredda e inesorabile determinazione”.
Un discorso più approfondito merita la performance del 2015 New Society, punto apicale della carriera dell’artista che non a caso dà il titolo alla mostra. July mise in scena un vero e proprio esperimento sociale dal vivo: chiese al pubblico di “restare in teatro per il resto della vita a creare una nuova società”. I vari spettatori furono chiamati a rivestire ruoli diversi nella formazione di questa nuova realtà sociale e collaborando con Miranda arrivarono a realizzare persino una bandiera, un inno e una nuova costituzione.
Al secondo piano dell’Osservatorio sono esposti una serie di progetti collaborativi recenti, realizzati con l’aiuto di persone comuni, come I’m the President, Baby (2018), realizzato con un autista di Uber di nome Oumarou Idrissa, e Services (2020), realizzato con un operatore di telemarketing di nome Jay Benedicto.
Un altro importante progetto collaborativo che è possibile vedere al secondo piano è F.A.M.I.L.Y (Falling Apart Meanwhile I Love You), una installazione di 6 monitor in cui sono proiettati i collage video che July ha creato in collaborazione con sette estranei su Instagram. L’artista ha lanciato una call chiedendo di inviarle dei video con determinate caratteristiche e poi, con uno strumento di editing gratuito, ha inserito la propria immagine per combinarla con quella delle altre persone. Il risultato è un collage in movimento dove i corpi degli oggetti e degli esseri umani si fondono tra di loro in un’unione surreale, stravagante e a tratti pure inquietante (l’effetto straniante è amplificato anche dalla scelta dei suoni di sottofondo). Lo scopo dell’opera è quello di indagare sulle relazioni e sulla ricerca di intimità al tempo dei social. Facebook, Instagram e loro simili hanno cambiato il nostro modo di porci con il prossimo, come sottolinea Miranda: «Forse speravamo che i social fossero uno spazio in cui mostrarci insieme ad altri e sentire il loro sguardo amorevole».
La realizzazione dell’opera F.A.M.I.L.Y è cominciata nel 2020, ma non si è ancora conclusa. Tre dei monitor mostrano l’artista con un codice QR da cui trarre informazioni per prendere parte al lavoro. July selezionerà infatti tre nuovi partecipanti per produrre i nuovi video. Al termine del progetto tutti e nove i monitor saranno in mostra e l’opera sarà presentata nella sua interezza per la prima volta.
A chiudere la personale su Miranda July è l’opera Learning to Love You More (2000-2007), progetto online realizzato in collaborazione con Harrell Fletcher, che include settanta “compiti” assegnati al pubblico e caricati sul sito web. In particolare è il “compito” n. 43 che troviamo come parte finale del percorso espositivo. Questo “compito” dice testualmente: “Realizza una mostra con le opere che trovi a casa dei tuoi genitori”. È stata una giovane donna milanese, Miriam Goi, a rispondere alla richiesta di July, scegliendo personalmente gli oggetti da esporre e redigendone anche le didascalie esplicative.
Da maggio ad agosto 2024 il lavoro di Miranda July sarà anche al centro di una mostra organizzata a Tokyo da Prada con il supporto di Fondazione Prada.
Beatrice Maria Beretti
Osservatorio - Galleria Vittorio Emanuele II - 20121 Milano - Italy - T. +39 02 5666 2611