Bosco del Merlo. “Life in Rosè”
Cin Cin Rosè, alle donne e alla vita
Anche quest’anno la Tenuta vinicola Bosco del Merlo collabora, con i suoi Prosecco Rosé e Pinot Grigio Rosé, alla campagna della Lega Italiana contro i Tumori per la prevenzione del carcinoma mammario
Un brindisi al prosecco e un aiuto concreto alla ricerca sul tumore al seno. Torna “Life in Rosè”, evento solidale che vede, a braccetto, la tenuta vinicola veneta Bosco del Merlo, con i suoi fiori all’occhiello Prosecco Rosé e Pinot Grigio Rosé, e la Lilt, la Lega Italiana contro i tumori.
Una parte del ricavato delle vendite sarà devoluta all’associazione, a favore della ricerca su un tumore che ancora oggi colpisce numerose donne
La casa vinicola veneto friulana è la prima cantina a collaborare attivamente con Lilt nella zona della Brianza ma anche dell’area di Treviso. “Life in Rosè” è anche molto altro. È un marchio di pulizia, sostenibilità e rispetto della vita, promotore o partner di numerose altre iniziative. Sponsorizzate, in tutta Italia, anche da una attiva community di sostenitori.
Una presentazione, dunque, per i due pregiati vini protagonisti. Partendo dal Prosecco Rosé Millesimato Brut Bosco del Merlo, composto dall’85% di Glera e dal 15% di Pinot Nero vinificato in rosso. Le uve vengono vendemmiate in epoche diverse “ricercando l’equilibrio tra i caratteri di questi due vini e preservandone la freschezza e gli aromi. In cantina Il mosto ottenuto dopo la pressatura soffice delle uve viene fermentato a basse temperature ( 15 °C) in modo da esaltarne la freschezza e le note fruttate”.
Per la spumantizzazione metodo Charmat: la presa di spuma avviene in autoclave, a basse temperature e frequenti battonage, in modo da esaltarne la fragranza e la finezza del perlage. Il periodo di elaborazione supera mediamente i 60 giorni. Color rosa tenue, fresco e corposo al palato, Prosecco Rosé rappresenta un territorio dove la produzione di spumanti rosé già da anni è identitaria e consolidata.
Un vino da cin cin: ottimo da aperitivo, si abbina a primi piatti di pesce, sashimi di salmone o tonno, verdure alla griglia. Il secondo campione è il Pinot Grigio Rosè.
Le uve per la produzione vengono selezionate da vigneti schierati al sole. Il metodo di vinificazione è particolare, e passa per il processo di criomacerazione, lento e delicato contatto tra buccia e mosto a temperature molto basse per permettere una leggera cessione di colore, fino a raggiungere la tonalità desiderata. Il colore è ciò che colpisce al primo sguardo: rame tendente al rosa, particolare ed elegante, profumato di pera williams, note di fiori secchi e fragoline di bosco. L’appeal del prodotto è “rinforzato” da un packaging studiato, perfettamente armonizzato con il colore del vino. Il calice? Ottimo a pasto o per l’aperitivo. I suoi partners ideali sono i piatti di pesce.
La tenuta Bosco del Merlo si trova tra Veneto e Friuli sulla via Postumia ad Annone Veneto, fra le province di Venezia e Pordenone.
Un territorio anticamente coperto di foreste di rovere: per questo il toponimo del luogo, riportato su vecchie carte, è stato scelto dai fratelli Paladin come nome per l’azienda, fondata nel 1977.
La tradizione, i luoghi, una cultura condivisa sono il punto di partenza di ogni prodotto, declinato attraverso l’esaltazione del terroir, l’attenzione all’ambiente e al territorio.
L’azienda è a gestione familiare: oggi il testimone è nelle mani di Carlo e Roberto Paladin. Vino e non solo. Alla base dell’attività aziendale quattro V: Vino, Vite, Verde, Vita.
Laddove verde e vita parlano di sostenibilità: “Il 90% di un vino si fa in vigna, comprendendo, rispettando e valorizzando quello che la natura ci dona”. Di qui il progetto “Viticoltura Ragionata” sviluppato insieme a Leonardo Valenti dell’Università Statale di Milano e al suo staff.
Che identifica la vigna come ecosistema da gestire, salvaguardando la biodiversità e garantendo oltre a standard di qualità elevati la salute del consumatore e la conservazione dell’ambiente. In tempi complessi, l’azienda lavora oggi anche a una ricerca sulle risorse idriche e il risparmio idrico. E ha sposato con convinzione Life Vitisom, tecnologia italiana innovativa che punta a sempre migliorare la qualità dei suoli nei vigneti. Con la tenuta collaborano Castello Bonomi, partner di progetto, e altre importanti realtà come il Consorzio Italbiotec, il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano e l’Università degli Studi di Padova. Ultima, ma non certo poco importante, notazione: Bosco del Merlo è stato menzionato dall’Osservatorio Fipe e dall’indagine Vegan ok 2020 per i propri prodotti rigorosamente cruelty free.
Sostenibilità, benessere, e…arte. I vini prodotti alla tenuta Bosco del Merlo portano in etichetta nomi di grandi personaggi o richiami al e alla storia dei luoghi. Per esempio il Cabernet Sauvignon “Nono Miglio”, che rimanda al nome latino di Annone Veneto, Ad nonumlapidem, il Refosco dal Peduncolo Rosso Riserva “Roggio dei Roveri”, indica la foresta che dà il nome al marchio. Infine il Merlot “Campo Camino”evoca l’alta ciminiera dell’antica fornace di mattoni che dà il nome al vigneto. E’ in corso da anni la collaborazione con l’artista Fabrizio Plessi, ideatore del progetto Vineargenti.
Una menzione d’obbligo all’enologo del Bosco del Merlo, Paolo Bertuzzo: è nella rosa dei più quotati winemaker internazionali, ed è stata per li nel 2020 la prestigiosa menzione del magazine britannico “The Drinks Business” nel volume “The Master Winemaker 100”. Importante la rosa di riconoscimenti e premi: fra i vini insigniti di allori il Sauvignon Blanc, il Rosso Riserva Vineargenti e il Vineargenti Rosso Riserva Lison Pramaggiore.
Monica Autunno
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