Terre d’Aenòr: audacia biologica e stile in Franciacorta
Dalla toga all’arte del vino, la storia di Eleonora Bianchi e della sua cantina che intreccia sostenibilità, design e qualità millesimata

Nel cuore pulsante della Franciacorta, là dove i vigneti disegnano geometrie preziose sulle colline, sorge Terre d’Aenòr. Più che una semplice cantina, è il manifesto di una visione, quella di Eleonora Bianchi, giovane fondatrice, CEO e Sales-Marketing Director, che nel 2018 ha dato vita a un progetto radicalmente biologico, nato dal sogno imprenditoriale della sua famiglia. Terre d’Aenòr – il cui nome evoca l’antica radice germanica Aenòr, da cui deriva Eleonora – non è solo sinonimo di vino eccellente, ma di un approccio olistico dove sostenibilità, ricerca qualitativa e sensibilità artistica si fondono, creando etichette che sono ambasciatrici di una filosofia di vita.
Su 46 ettari di vigneti di proprietà, sapientemente suddivisi in 33 appezzamenti distinti sparsi in sette dei diciannove comuni franciacortini, la cantina coltiva le sue uve. Questa frammentazione, lungi dall’essere un limite, è una scelta strategica per esaltare le micro-specificità di ogni terroir. Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco, ma anche Merlot e Cabernet Sauvignon, compongono una tavolozza varietale ricca e complessa. “Come un pittore lavora con una ricca gamma di colori, così il vignaiolo dispone dei suoi ‘colori’ negli appezzamenti“, spiega Eleonora Bianchi. “Più ne ha, più complesso può diventare il ‘quadro’ finale. Richiede più impegno e costi, spostandosi continuamente, ma il vantaggio qualitativo è innegabile“. Ogni parcella viene vinificata separatamente, preservando l’identità unica di ciascun suolo prima dell’assemblaggio finale, per vini dalla spiccata personalità e riconoscibilità.
La collezione attuale vanta sei Franciacorta DOCG – Brut, Extra Brut Millesimato, Rosè Extra Brut Millesimato, Pas Dosè Millesimato, Satèn Ricciolina e Demi-sec – affiancati da due novità: “È Norì”, un Curtefranca DOC bianco da Chardonnay in purezza, e “Spadone”, un rosso di taglio bordolese. Insieme, raccontano la diversità e la ricchezza del progetto Terre d’Aenòr.
Genesi di una passione: da giurisprudenza al vino
La storia di Terre d’Aenòr è inscindibile da quella di Eleonora Bianchi, classe 1995. Laureata con lode in giurisprudenza nel 2020, con un futuro apparentemente già scritto negli studi legali milanesi, Eleonora ha compiuto una scelta coraggiosa, deviando dalla carriera forense per abbracciare il mondo del vino. La scintilla? Il desiderio di creare qualcosa di tangibile, sostenibile e di altissima qualità, unito a uno spirito competitivo e alla sfida imprenditoriale.
“Mai avrei pensato di lavorare nel vino,” confessa Eleonora. “Sognavo di diventare avvocato. Mio padre, imprenditore nell’oleodinamica, acquistava vigneti in Franciacorta dal 2003, vendendo le uve. Verso la fine dei miei studi, il sogno di famiglia di creare una nostra cantina ha preso forma. Giorno dopo giorno, questo progetto mi ha conquistata, sostituendo le aule di Tribunale nella mia mente“. Dopo un periodo di riflessione, divisa tra la pratica forense part-time e il nascente progetto vinicolo, Eleonora ha scelto la sfida imprenditoriale che tanto la appassionava. “Non è stato facile,” ammette, “ma ho sentito un profondo senso di appartenenza a questa passione familiare e il desiderio di creare qualcosa di mio, che incarnasse il mio territorio con un’attenzione totale al biologico e che potesse unire le mie diverse attitudini“.

Il credo biologico: un impegno radicato dal 2014
La sostenibilità non è un’etichetta di marketing per Terre d’Aenòr, ma il cuore pulsante della sua filosofia. “Siamo biologici a 360°, dalla vigna alla bottiglia, fin dalla prima vendemmia,” sottolinea Eleonora. Un percorso iniziato nel 2014 con la conversione dei vigneti, culminato con la certificazione biologica ottenuta con la vendemmia 2018 e rinnovata annualmente tramite rigorosi controlli.
La scelta del responsabile tecnico, Ermes Vianelli, è stata guidata proprio da questa comune sensibilità. Per Vianelli, il biologico è una filosofia di vita: “gestire saggiamente ciò che la natura offre, senza chimica di sintesi“. L’intervento umano è minimo, guidato dall’osservazione e dall’uso esclusivo di prodotti naturali, mai invasivi. L’obiettivo è trasferire uve sane e integre dalla terra alla bottiglia con la minor manipolazione possibile, restituendo vini genuini, figli diretti del terroir. Anche l’uso di solforosa è estremamente contenuto (< 55 mg/L, ben al di sotto del limite biologico di 150 mg/L). Tutti i vini sono prodotti esclusivamente con uve aziendali.
Identità e visione: “Gradi di Stile”
Come descrive i suoi vini Eleonora? “Eleganti, con una bollicina fine e carezzevole“. L’ambizione è tracciare una nuova via, sfidando convenzioni con un’interpretazione moderna della tradizione. Il payoff “Gradi di Stile” posiziona il brand nell’universo dell’eleganza e della moda, comunicando audacia, autenticità e avanguardia. È una promessa di inclusività stilistica, adatta a chi desidera esprimere la propria personalità.
I riferimenti visivi e comunicativi attingono alla moda e all’arte, utilizzando linguaggi non convenzionali per attrarre anche le nuove generazioni verso i valori della sostenibilità. Terre d’Aenòr si propone come una cantina anticipatrice di tendenze, raffinata ma audace.
Debutto a Milano: quando il vino incontra arte e design
Coerentemente con la sua visione, Terre d’Aenòr ha scelto la Milano Design Week per il suo debutto ufficiale. Un evento esclusivo nella corte della Galleria Michela Cattai & C., nel cuore di Brera, ha dato vita a “ART E DESIGN IN DIALOGO”.

Qui, le opere in vetro della collezione ARBOREA VITREA di Michela Cattai, note per la loro capacità di trasformare la materia in superfici organiche e luminose, hanno dialogato con l’evocativo salotto arabo ideato da Jwana Hamdan, in un incontro ispirato al tema “Mondi Connessi”.
“Il vetro è un materiale antico e vivo, che richiede rispetto e ascolto. Come accade con il vino,” afferma Michela. In questo contesto, i vini Terre d’Aenòr, in particolare l’Extra Brut Millesimato, hanno accompagnato gli ospiti in un percorso sensoriale sinergico. “La MDW è una vetrina di grande energia creativa,” commenta Eleonora Bianchi. “Il vino, come il design, ha il potere di connettere mondi, linguaggi e persone“. L’evento ha sottolineato ancora una volta come per Terre d’Aenòr il legame con l’arte e l’estetica sia parte integrante della sua identità, una visione in cui vino e bellezza condividono la stessa sensibilità.
Angela Rover