Milano riscopre il tesoro nascosto: la cascina quattrocentesca di Leonardo

Il tavolo in cristallo con l'uomo vitruviano Il tavolo in cristallo con l’uomo vitruviano
GORDON GU 1
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È cinese il miracolo al Salone del Mobile 2025. Non si tratta dell’apparizione della Madonna, ma di un evento inatteso a Milano, incredibile ma vero.

Dopo anni di devastante abbandono è tornata a nuova vita la storica Cascina Bolla, in via Paris Bordone 9, a un centinaio di metri da via Monte Rosa. A costruirla nella seconda metà del Quattrocento fu Ludovico il Moro per offrire a Leonardo da Vinci e ai suoi discepoli un piccolo paradiso immerso nel verde. Per il duca era l’occasione per incontrare Leonardo, impegnato a dipingere Il Cenacolo, in un ambiente campestre e in totale relax, discutendo di arte e di natura di cui entrambi erano appassionati.   

Silvana Rizzi con Gordon Gu

L’artefice del miracolo, meglio il Deus ex Machina, è il signor Gordon Gu, 60 anni, geniale imprenditore cinese di Shangai, da trent’anni nel campo dell’arredamento di lusso e fondatore del marchio Gordon Gu. Un personaggio davvero unico, fantasioso e non formale, a cominciare dalla giacca di jeans azzurra con inserti super colorati con cui accoglie gli ospiti. Un imprenditore dalle idee ben chiare per quanto riguarda il suo obiettivo nel lavoro: il vero lusso deve coincidere con la cultura, l’arte e l’innovazione, indispensabili per raggiungere un’ alta qualità della vita.

Seguendo l’istintiva passione per l’ingegno e la bellezza, il signor Gu, fin da bambino innamorato di Leonardo da Vinci, nel 2018 acquista dagli eredi di un industriale lombardo la mitica Cascina Bolla, come la chiamano gli abitanti del quartiere, tra i pochi milanesi a conoscerne l’esistenza.

Ho sempre avuto il sogno di sfondare e superare me stesso. Quando mi sono imbattuto nell’ex residenza di Leonardo da Vinci e ne sono diventato proprietario, ho capito che per me sarebbe iniziata una nuova vita”, spiega Gordon Gu

Per far rivivere la Villa di Leonardo, l’imprenditore ha unito le sue forze con quelle del partner portoghese Boca, creando la nuova serie di prodotti di arredamento “DA VINCI LIFESTYLE”.

Dopo anni di rigida chiusura, aprire la Cascina Bolla al pubblico in tempo per il Salone, è stato un lavoro da non credere. In tre mesi circa lo scenario è cambiato totalmente.

Il selvaggio bosco di 3000 mq, che soffocava la dimora, è ritornato ad essere un giardino di piacere: l’orrida grondaia dipinta di arancione è ora marrone, come le si addice, spariti galline, conigli e carrelli dell’Esselunga, lavate le antiche pietre e spalancate le finestre. I mille mq degli interni sono stati ripuliti e rimessi in ordine, senza nulla cambiare del passato. Per arredarli si sono visti arrivare dalla Cina otto tir carichi di lampadari dorati, lunghissimi tavoli ,divani, letti matrimoniali , sculture e arredi in cristallo…

Oggi la Cascina Bolla, da anni sotto le Belle Arti, dopo aver rischiato, ancora prima della seconda guerra, di essere abbattuta per far posto a qualche condominio, è una dimora composta da due parti: una degli anni ’50 e una originale del Quattrocento, collegate tra loro da un magnifico ingresso vetrato, da cui si entra nella hall. Accanto spicca un edificio sempre quattrocentesco, simile a una torre, che funge in parte da uffici e salette da tè molto graziose.

Ovunque, dalle sale prestigiose , alle camere da letto, ai salotti, alle sale da pranzo, saltava all’occhio la ricerca di materiali innovativi, a conferma dell’unicità del brand GORDON GU. Leonardo è spesso presente con riferimenti ben precisi, come l’uomo vitruviano disegnato sul tavolo o le sedie imbottite con stoffe con le immagini della cascina Bolla. La Cina è sempre presente, come rivelano le poltroncine all’ombra delle magnolie in fiore, impreziosite con petali petali rosa inseriti nel cristallo.

La Cascina Bolla ripresa sul fianco
Le ali della Nike di Samotracia Le ali della Nike di Samotracia

Strepitosi gli specchi e le sculture in cristallo “ingegnerizzato”, così come gli imponenti tavoli nello stesso materiale, lavorati all’interno come sculture. Il mio preferito è il tavolo basso da salotto, sempre in cristallo, un’opera d’arte, che richiama nella forma e nella lavorazione la sezione di un albero. Miracolosamente tutti questi elementi non si rompono, non si sfrisano, non perdono la luminosità e neppure la trasparenza. C’è un segreto, certamente, legato ai materiali.

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E ora che il Salone del Mobile si è chiuso, cosa succederà della Cascina Bolla? I divani e le poltrone in giardino sono spariti, le luci si sono spente, le porte si sono chiuse, le ali della Nike di Samotracia sono volate via…

Da parte nostra”, annuncia Gordon Gu, al momento della chiusura “stiamo progettando di dar vita a un Comitato o a una Fondazione intitolata alla Casa di Leonardo da Vinci”. 

Attendiamo il seguito…

Silvana Rizzi