I dieci romanzi finalisti della sezione editi

Presentata a Milano, nella suggestiva Listone Giordano Arena, la decina finalista della sezione editi del Premio letterario nazionale “Clara Sereni“, con al centro tematiche sociali e legate all’universo femminile 

Nell’atmosfera sofisticata e accogliente della Listone Giordano Arena, luogo carico di storia nel cuore di Milano, sono stati annunciati i dieci finalisti della sezione editi del Premio letterario nazionale Clara Sereni. Il concorso, giunto alla sua terza edizione, è aperto a tutti i cittadini maggiorenni con opere in lingua italiana o tradotte in lingua italiana e premia il miglior testo inedito e il migliore romanzo edito legati ai temi presenti nell’opera di Clara Sereni, scrittrice, intellettuale e personalità di grande impegno sociale e politico (è stata anche vicesindaco di Perugia). Questi temi hanno a che fare con l’universo femminile, l’attenzione per gli ultimi, le storie di resilienza, di legalità, di cura, di inclusione e diversità.

La decina finalista della sezione editi per l’edizione 2022 è composta da: Viola Ardone (con Oliva Denaro, Einaudi), Raffaella Battaglini (con Mentre passiamo bruciando, Castelvecchi), Roberto Contu (con La tigna, Castelvecchi), Mattia Corrente (con La fuga di Anna, Sellerio), Veronica Galletta (con Nina sull’argine, Minimumfax), Tommaso Giagni (con I tuoni, Ponte alle Grazie), Titto Marrone (con Se solo il mio cuore fosse pietra, Feltrinelli), Roberto Pazzi (con Hotel Padreterno, La Nave di Teseo), Pier Luigi Razzano (con La grande Zelda, Marsilio) e Giorgia Tribuiani (con Padri, Fazi).

I romanzi sono stati scelti dalla Giuria Specialistica, che designerà il vincitore insieme alla Giuria Popolare formata da 12 istituti superiori delle province di Perugia e Terni, 21 biblioteche e l’Università con i Dipartimenti della Facoltà di Lettere. La premiazione sarà nuovamente a Perugia il 12 novembre 2022.

Clara Sereni

Ad aprire la presentazione della decina finalista è stata Francesca Silvestri, direttore editoriale Ali&no Editrice e coordinatrice del Comitato promotore del Premio, che ne ha raccontato la genesi: «Il Clara Sereni è stato istituito nel 2020 da Ali&no Editrice in collaborazione con l’Associazione culturale Officina delle Scritture e dei Linguaggi. L’apporto della rivista Noidonne diretta da Tiziana Bartolini è stato altrettanto importante».

Silvestri non ha nascosto le difficoltà iniziali dovute al periodo particolare che stiamo vivendo: «Questo Premio è nato nel 2019, ufficialmente nel ‘20, ma di fatto nel 2019, per celebrare la figura di Clara Sereni, scomparsa nel 2018. Capirete bene che gli anni che sono seguiti sono stati molto duri per tutti, anche per il nostro Premio, che ha dovuto fare tutte le riunioni online, la giuria si è vista e non vista, finalmente lo scorso anno siamo riusciti a fare in presenza la cerimonia finale ed è stato molto bello, è stato il nostro debutto».

Il Clara Sereni ha subito ricevuto importanti attestati di stima a livello istituzionale: «La manifestazione – ha precisato Francescaè stata definita di elevato valore culturale, riconoscimento ottenuto con il conferimento della Medaglia del presidente della Repubblica che abbiamo ricevuto il 25 novembre 2020, io credo non sia un caso questa data, perché è la giornata contro la violenza sulle donne, e ha come presidente onoraria la senatrice Liliana Segre. La speciale e affettuosa accoglienza della senatrice è stata veramente calorosa, perché ha riconosciuto anche lei nelle opere di Clara Sereni e nel suo operato, soprattutto in favore delle donne e degli ultimi, un luminoso esempio per le nuove generazioni».

Le ragioni che hanno spinto a creare il Premio le ha spiegate bene Silvestri: «Clara, che io ho avuto il piacere di conoscere e con cui ho lavorato per dieci anni, diceva sempre che la letteratura non dovrebbe esistere se poi non si trasferisce sulla realtà. E viceversa: la realtà che entra nella letteratura. Clara ha preso queste parole e le ha centellinate, lo ha sempre fatto durante tutta la sua vita e in questo vogliamo ricordarla con il Premio. Il Clara Sereni è nato innanzitutto per rilanciare i temi sociali nella narrativa, temi non facili, non scontati, non ricorrenti nella letteratura italiana, si tratta però di temi a volte trasversali e i premiati e le premiate delle prime due edizioni ce lo dimostrano pienamente».

Un elemento di cui Francesca ha detto di essere orgogliosa è la scelta di affiancare alla Giuria Specialistica anche una Giuria Popolare: «È un unicum dei premi letterari nazionali».

Su questo aspetto ha voluto esprimere il suo pensiero Benedetta Tobagi, chiamata a presiedere la Giuria Specialistica. In particolare, ha tenuto a precisare l’importanza di aver coinvolto come giurati popolari gli studenti delle scuole secondarie di II grado, soprattutto dopo la recente polemica sul loro presunto analfabetismo funzionale: «La polemica è stata gonfiata, quindi era sbagliata, però chi ha passione per queste cose, come il Premio Clara Sereni, in realtà sta percependo questo indebolimento nelle giovani generazioni. Così abbiamo pensato di dare un segno forte, di dare un incentivo a degli studenti delle secondarie di II grado, spingendoli a leggere e a esprimere un loro parere. Credo che questo piccolo gesto un pochino dia il senso di come il Premio sta cercando di muoversi».

Riguardo ai dieci romanzi finalisti di questa edizione Tobagi ha notato tre elementi comuni: «Nel più puro spirito Clara Sereni molte storie sono intrecciate a passaggi storici importanti o riguardano personaggi essi stessi storici. Poi sono storie che spesso hanno a che fare con personaggi che devono fare una scelta e sono spinti a farla dal bisogno di autenticità». La terza caratteristica che condividono tutte le opere è qualcosa di estremamente necessario in questo particolare periodo a detta di Benedetta: «I tempi sono abbastanza oscuri e credo che lo sentiamo tutti. A me sono piaciute molto le parole che ha detto Nicola Lagioia rispetto al Salone del libro, cioè al bisogno di ritrovarsi in questi eventi a fare cultura non per distrarsi, ma per condividere le cose belle e importanti nei momenti difficili e in questi dieci romanzi spira proprio un alito di speranza, ci sono delle storie sorprendenti da questo punto di vista anche laddove vengono rappresentate situazioni di estrema durezza, quindi mi sento di dire che, chiunque vincerà con l’edizione di quest’anno, ci piace anche dare questo segno e sottolineare questa che è una delle tante valenze che la letteratura ha, specialmente nei momenti non facili».

La scelta dei finalisti tra i romanzi già pubblicati è ricaduta anche quest’anno su opere sia di grandi editori che di medie e piccole realtà. A volte succede che un testo uscito per una piccola casa editrice risulti vincitore, come accaduto l’anno scorso con Organsa di Mariangela Mianiti, edito da Verri. Lo ha ricordato Valentina Fortichiari, entrata a far parte della Giuria Specialistica a partire dalla seconda edizione del Clara Sereni: «La casa editrice e l’autrice uscivano dai canoni tradizionali dei grandi editori, questa è stata una scelta in linea con la filosofia del Clara Sereni, abbiamo dato visibilità a un piccolo editore di qualità, il Verri, che dietro ha una grande tradizione, la rivista fondata da Luciano Anceschi, docente famosissimo. Abbiamo voluto dare un segnale forte, abbiamo fatto una scelta controcorrente e questo è importante».

Fortichiari ha conosciuto Clara Sereni perché l’ha aiutata a partecipare all’ultimo Strega della sua vita ed è onorata di prendere parte a un Premio a lei dedicato: «La parte più bella è la compagnia di tutti i giurati, con i quali si conversa, ma si conversa di un tema che a noi sta a cuore, la lettura, quindi immaginate come sono le nostre riunioni, si sta tutti insieme, a volte nascono anche discussioni vivaci perché i gusti non sempre collimano, però c’è una dialettica molto interessante che poi porta alla scelta dei candidati».

Il Clara Sereni però non è dedicato solo alle opere edite, ma ha una sezione anche per gli inediti, per poter dare una possibilità a nuovi talenti. Il vincitore infatti ha la soddisfazione di vedere il suo romanzo pubblicato da Ali&no Editrice. Così è successo con Sam è tornato nei boschi di Maria Marchese. La giovane autrice è uno dei tanti cervelli in fuga italiani e si è trasferita a Barcellona per lavoro. Alla presentazione della decina finalista ha esordito esprimendo la sua gratitudine verso il Premio: «Non avrei avuto molte speranze di essere davanti a voi in questo momento se non fosse stato per il Premio Clara Sereni, perché non vivo qui e non ho contatti con queste inespugnabili case editrici».

Il romanzo, con cui l’anno scorso ha vinto nella sezione inediti, racconta una storia in parte autobiografica: «L’amore tra un giovane senzatetto con problemi di salute mentale e una ragazza privilegiata, ma con problemi suoi legati al passato».

Marchese ha voluto rimarcare come la sua opera voglia dare un messaggio ben preciso: «La salute mentale deve essere gratuita, non deve essere un privilegio. L’uomo che mi ha ispirato il personaggio di Sam può essere curato e ora è seguito da una terapeuta che lo assiste gratuitamente. Questa persona ha avuto la fortuna di conoscere me che conoscevo questa terapeuta e per questo si sta curando, non può essere così, non può basarsi tutto sulla fortuna. Allora se il mio libro mi aiuta a raccontare quanto sia importante che la salute mentale sia gratuita e accessibile a chiunque, per me è un grande traguardo ed è un grande merito del Premio Clara Sereni».

Maria ha concluso il suo intervento con la citazione di un’autrice afroamericana, Jocelyn Nicole Johnson, una donna che ha esordito a 50 anni, dopo aver insegnato, ottenendo un enorme successo con il romanzo My Monticello: «Quando le hanno chiesto “hai dei consigli da dare?”, lei ha risposto “solo due frasi: accetta quando ti respingono e trova la tua tribù”. Io penso che con il Clara Sereni ho trovato la mia tribù».

Beatrice Maria Beretti

www.premioletterarioclarasereni.it