I giardini di rose da vedere tra maggio e giugno

Castelli millenari, dimore storiche e musei: tanti posti splendidi dell’Emilia Romagna i cui giardini tra maggio e giugno si vestono a festa per la fioritura delle rose

Grazzano Visconti – giardino

L’Emilia Romagna è una terra ricca di luoghi meravigliosi che tra maggio e giugno diventano ancora più magici grazie allo sbocciare delle rose, le regine incontrastate dei fiori. Si tratta di castelli millenari, ville antiche, palazzi storici, ma anche musei e istituti agrari, tutti dotati di favolosi giardini adorni di una variopinta flora che in primavera dà il suo meglio.

Oltre a bellezza e profumo le rose sono caratterizzate da una grande varietà, tante diverse declinazioni della medesima gradevole presenza in grado di ammaliare chiunque vi si avvicini. Sono, infatti, almeno 150 le specie esistenti in natura: rose a cespuglio, a fiori raggruppati, rose paesaggistiche, rose rampicanti, rose ad alberello, rose miniature, rose piangenti, rose “firmate” con copyright provenienti dai più grandi selezionatori internazionali. Questo spiega perché entrare nei vari roseti lungo la Via Emilia è un’esperienza sempre diversa e sorprendente, con l’incanto che si rinnova ogni volta dando vita a emozioni uniche e irripetibili. A rimanere costante in tutti gli itinerari consigliati, alcuni quasi segreti, è la trionfante esplosione di rose che a primavera colora i loro giardini.

Gropparello, il castello delle fiabe dalle 1200 rose

A 30 chilometri da Piacenza sorge una tra le più belle costruzioni medievali dell’Emilia Romagna: il Castello di Gropparello.  Edificato intorno al 789 d.C., il maniero nell’anno 808 venne donato da Carlo Magno al vescovo di Piacenza Giuliano II.

Oltre alla Locanda del Castello e alla suite nella torre del Barbagianni, il complesso comprende anche il Parco delle Fiabe, dove si trova il Museo della Rosa, un percorso fra 1.200 esemplari, 125 varietà e 17 roseti. Al suo interno sono custodite quali tesori preziosi rose antiche da 5 petali e rose con 100 petali, rose muschiate e rose con spine lunghe 3 cm.

Particolarmente decorative sono le Baby Austen, le tipiche rose inglesi che si arrampicano sulle facciate dei cottage, ma deliziano la vista e l’olfatto pure alcuni boccioli che profumano di limone e altri con sentore di pesca o di tè. Non possono mancare ovviamente esemplari con un proprio copyright, che provengono da vivai blasonati come il Meilland di Parigi. Altro esemplare “firmato” è la rosa Baronne de Rothschild, un turbinio di 40 petali color porpora solferino.

L’attrazione principale del parco è però la rinascimentale Alba Maxima, una rosa speciale caratterizzata da candore tinto di albicocca e fragranza di spezie. La sua particolarità è che fiorisce una volta sola a maggio. È una rosa che si fa desiderare, ma la lunga attesa di un anno per poterla ammirare è compensata dal potente spettacolo che offre con la sua fioritura.

Info. Sempre aperto. La visita guidata del giardino costa 10 euro. Durata 1 ora e 30.

www.castellodigropparello.net

Il Castello di Grazzano Visconti e il suo eden fatato

Un luogo dal fascino indiscutibile per la sua architettura e il suo parco è il Castello di Grazzano Visconti, situato nel comune di Vigolzone, a 12 km da Piacenza. A deciderne la costruzione nel 1395 fu Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, perché fosse donato alla sorella, Beatrice Visconti, in occasione delle sue nozze. La famiglia Visconti continua ancora oggi a possederne la proprietà.

Ciò che rende davvero fiabesca l’atmosfera a Grazzano Visconti non è solo l’imponente struttura a torri del castello, ma anche il borgo medievale e il parco da cui è circondato. Passeggiando in un’area verde di ben 150.000 mq, si è come immersi in una sorta di eden fatato dove pare naturale possano vivere creature fantastiche e mitologiche. È un ambiente reso magico dalla presenza di statue, fontane, fiori e alberi secolari. Proprio in questo angolo di paradiso, tra specchi d’acqua con ninfee e una varietà di specie botaniche ricchissima, crescono splendidi roseti profumati che fioriscono a primavera.

Nel parco è possibile ammirare anche un platano di 150 anni e un tiglio di 26 metri con una ceppaia (parte del tronco di un albero tagliata a fior di terra o troncata per cause naturali, da cui spuntano nuovi germogli) di sei tronchi dal diametro di un metro.

Info. Visite guidate al Parco tutti i week end e festivi, da primavera a novembre: 10 euro (45 minuti).  Castello più parco: 23 euro.

grazzanovisconti.com

Il giro del mondo con le rose al museo di Serramazzoni

©Serramazzoni

Esiste in Italia un museo a cielo aperto dove crescono spontanee e senza interventi chimici 800 varietà di rose provenienti da tutto il mondo: Europa, Giappone, Medio Oriente, Cina, America. È il Museo Giardino della Rosa Antica che si trova a Serramazzoni, a 25 km da Modena. Un luogo unico che si estende per tre ettari di collina intorno a un lago, da dove si gode una vista impagabile sull’ambiente circostante.

La visita al museo prevede diversi percorsi, tutti coloratissimi, che si snodano attraverso 2.400 rose antiche e classiche: da quelle endemiche dell’Himalaya, alla Rosa Balsamina, scoperta nel 1700 e divenuta famosa per le sue le foglie profumate.

Uno dei tesori più preziosi custoditi nel museo è la Rosa Sericea Pteracantha, l’unica rosa al mondo ad avere quattro petali ed enormi spine rosse traslucide a forma d’ala.

Altro insolito gioiello che è possibile ammirare è la Mutiflora Watsoniana, nota per essere la rosa più piccola del mondo. Di origine giapponese, è una rosa per collezionisti il cui fascino risiede nella miriade di fiorellini bianchi e foglioline di due millimetri che riempiono il cespuglio in un tripudio di colori e profumi.

Al termine del percorso sarà fantastico fare acquisti nel negozio di giardinaggio dedicato alle rose per portare un po’ dell’incanto vissuto anche nel giardino di casa. Così come piacevole sarà godersi un picnic nell’area apposita creata su un prato, in mezzo alla suggestiva atmosfera instaurata dall’intramontabile magia delle rose.

Info. Dal 15 aprile al 30 giugno: tutti i giorni, dall’alba al tramonto. Gli altri mesi su prenotazione. Biglietto: giardino + erbario 9 euro. Ridotto 6 euro.

www.museoroseantiche.it

Palazzo Varignana e il suo giardino di rose tra 100 querce

Appena fuori Bologna, lasciando la Via Emilia per inoltrarsi tra le colline si arriva di fronte a una meravigliosa Spa con relais creata all’interno di una dimora storica il cui nome è Palazzo Varignana. Lungo i tre ettari che circondano l’antica casa di campagna si estende un giardino talmente curato e mirabile da essersi meritato l’inserimento nella rete italiana Great Italian Gardens.

Entrando nel parco, sullo sfondo di un paesaggio progettato con muretti e terrazzi, si vede svettare una collezione di querce composta da oltre 100 esemplari di 76 specie diverse. Si tratta di uno dei patrimoni arborei di questo tipo più importanti in Italia.

Accanto a questi maestosi alberi, abbelliscono il giardino un centinaio di specie diverse di rosa. I due elementi paesaggistici delle piante e dei fiori si fondono armoniosamente fino a creare un ambiente serafico dove poter ritrovare la pace. Tra gli esemplari floreali più belli spicca la Rosa Ballerina, chiamata così perché i suoi ricchi mazzi di fiori rosa dal centro bianco ricordano dei tutù. Altro esemplare che merita una citazione è la Teasing Georgia, caratterizzata da grandi fiori gialli a forma di rosetta e fragranza di rosa thea. A testimoniarne la pregevolezza è arrivato nel 2000 un riconoscimento internazionale: la Teasing Georgia di Palazzo Varignana ha vinto il premio Henry Edland come “Rosa più Profumata” dell’anno.

Info. La visita guidata al giardino, seguita da una merenda con selezione di tè e tisane a Palazzo di Varignana (caffè, tisane, tè, succhi di frutta, pasticceria mignon fatta in casa) costa 30 euro. Visita guidata del giardino 15 euro. Prenotazione obbligatoria

www.palazzodivarignana.com

Il magnifico giardino di Villa la Babina a Imola

Nella tranquilla campagna bolognese, a Sasso Morelli di Imola, se ne sta placida e beata Villa La Babina, una dimora signorile settecentesca con annesso quello che era un tipico parco nobiliare, riportato recentemente all’antico splendore da una cooperativa alimentare della zona, Clai. Prendendo il percorso ovale del giardino, a cui si collegano vari sentieri, si potranno ammirare le piante secolari, i lecci, il grande olmo e due cedri dell’Atlante, tutti elegantemente frammisti ad aiuole odorose e profumati roseti, in un’atmosfera rarefatta e fuori dal tempo che sembra riportare indietro al passato fastoso della villa.

Il parco è impreziosito da numerose varietà di rose antiche e recenti. Particolarmente pregiate sono le cento rose create dal celebre Vivaio Barni. Il nome che Barni ha scelto di dare a questo particolare cultivar (cioè la tipologia di rosa con il suo copyright e pedigree) è Grandi Giardini Italiani, in onore al network omonimo di Giardini di eccellenza fondato da Judith Wade e di cui Villa La Babina fa parte.

Info. Il parco giardino è aperto tutto l’anno su prenotazione, la visita è gratuita.

www.clai.it

Palazzo Fantini, fra esplosioni di rose e giardini d’inverno

Nel centro di Tredozio, borgo sulle colline tra Romagna e Toscana, si erge tra le abitazioni comuni un’antica residenza la cui costruzione risale al 1753: Palazzo Fantini. Dall’esterno non lascia minimamente intuire quali e quanti tesori celi oltre le sue porte, pur avendo un’architettura dignitosa nella sua sobrietà. Uno di questi gioielli nascosti è il giardino, progettato nel 1800 ricorrendo a elementi decorativi di varia natura e sicuro impatto come siepi in bosso italiano, passaggi segreti, fontane, ninfee, rose antiche e alberi secolari. Non è un caso che sia stato inserito nel circuito Grandi Giardini Italiani.

La corte interna è spettacolare, con i suoi giardini d’inverno in stile liberty e i ninfei in terracotta, ma lo è ancora di più grazie alle rose rampicanti che vi crescono, come la Guinée (1938), rosso cremisi, e la Nahema, vincitrice nel 1997 del premio miglior fragranza al concorso di Monza.

Numerose altre varietà di rose rallegrano l’ambiente, colorandolo e profumandolo in tanti modi diversi, uno più bello dell’altro. Tra gli ultimi esemplari a essersi uniti alla variopinta compagnia c’è la Pierre de Ronsard (1985) con il suo inimitabile fiore rosa e bianco.

Nel giardino all’italiana popolano le aiuole tante nutrite famigliole di rose Polyantha, che si caratterizzano come ricche esplosioni di roselline di piccole dimensioni. Una di queste è la Dick Koster (1935): mazzi di rose simili a ranuncoli rossi, che restano in fiore fino ai geli. Al centro, in posizione d’onore, sta la rosa intitolata a Grandi Giardini Italiani.

Proseguendo con la visita del giardino si rimarrà incantati dall’invasione floreale di Dorothy Perkins che ricopre le arcate della serra da fine maggio fino ai primi di giugno.

Nel punto in cui il giardino all’italiana pian piano trasmuta in parco all’inglese la bellezza ordinata del paesaggio cede il posto a un’esuberanza più selvaggia. È qui che cresce, quasi a voler puntellare i passaggi, la rampicante senza spine Rosa banksie Lutea (1824) con la sua fioritura giallo zolfo. E lungo i vialetti di ghiaia fanno capolino cespugli di Rosa chinensis Mutabilis (1894), i cui fiori virano dal camoscio, al rosa e al rosso ramato.

Info. Le visite sono su prenotazione. Ingresso 10 euro. Visita guidata 15 euro. Ci si può fermare nel B&B Torre Fantini.

www.palazzofantini.net

Tra le rose antiche dell’Istituto Persolino-Strocchi di Faenza

Un gruppo di docenti di un istituto agrario rimase così colpito dalla visita di alcuni roseti storici che decise di riprodurre un po’ di quella meraviglia nel giardino della loro scuola. È così, da un sogno divenuto realtà di insegnanti illuminati, che è nata la collezione di rose antiche dell’Istituto Agrario Persolino-Strocchi di Faenza.

Il giardino della scuola non solo fa oggi parte dei Luoghi considerati di interesse paesaggistico dal Fai, Fondo ambiente italiano, ma, in aggiunta a ciò, nel maggio 2022 ospiterà il prestigioso Concorso internazionale della Rosa che da Monza si è spostato qui.

Al suo interno custodisce circa 500 piante suddivise in 100 varietà diverse. Una delle più antiche è la Rosa Gallica Versicolor, detta Rosa Mundi, risalente probabilmente al XII secolo. Un’altra varietà degna di nota conservata nel giardino è la Chapeau De Napoleon. Secondo una leggenda la sua scoperta avvenne per caso nel 1820, quando in un convento svizzero ne fu rinvenuto un esemplare nella fessura di un muro. A dare il nome a questa rosa è stata la bizzarra forma dei boccioli più interni, la quale ricorda il cappello tricorno del celebre imperatore francese.

Info. Visita gratuita su prenotazione fra maggio e i primi di giugno

www.persolinostrocchi.edu.it

Beatrice Maria Beretti