Assisi e i suoi dintorni
I luoghi di Francesco e “sora nostra madre terra”
Quando San Francesco creò il suo Cantico delle Creature era piegato dalle sofferenze del corpo e dello spirito, eppure, ricevuta dal Padre la rassicurazione di aver ben operato, quelle parole di lode a Dio così poetiche e sentite, uscirono dalla sua anima felice, in piena armonia con la natura che lo circondava.
In quel momento, Francesco si trovava nel bellissimo giardino del monastero di San Damiano, aperto sulla vallata sottostante, che egli non vedeva, essendo ormai quasi del tutto cieco, ma di cui conosceva e, in cuor suo percepiva in quel momento di pace, tutta la meraviglia.
Una meraviglia che, seppur nella diversità del paesaggio attuale, pervade anche il pellegrino moderno in visita alla chiesa appena fuori le mura di Assisi, raccolta e impreziosita dalla presenza silenziosa dei frati minori che, da sempre, se ne prendono cura.
Visitare la città umbra di Assisi significa, senza dubbio ripercorrere le tappe della vita e le opere di Francesco
Ad Assisi, tutto parla di quel giovane, il cui nome, in realtà era Giovanni di Pietro di Bernardone, detto Francesco per via della provenienza provenzale della madre, che lasciò la vita agiata e le ricchezze del padre terreno per seguire in toto quello celeste. Se la Basilica Papale è il luogo simbolo della celebrazione del Santo, tanto maestosa e ricca di arte da stridere quasi con la povertà predicata dallo stesso Francesco, che si ritrova, invece, nella sua tomba, molte sono le tappe – in città e appena fuori – che ci ricordano che da questo borgo in pietra rosa, incastonato tra gli olivi, è partito il più grande e condiviso messaggio di fratellanza, amore e rispetto per il prossimo e per la natura, capace di attraversare il tempo e lo spazio. Non a caso, nel 2000 l’Unesco ha inserito Assisi, la Basilica e gli altri luoghi di Francesco nella lista dei beni Patrimonio Mondiale.
Proprio per ricordarne il valore di “esempio unico di città-santuario, all’interno della sua posizione ambientale”, come si legge tra le motivazioni dell’iscrizione nella World Heritage List, abbiamo percorso un insolito trekking urbano, facile e fruibile da tutti, grazie al quale abbiamo toccato anche quei “luoghi di Francesco” troppo spesso dimenticati perché fuori dai normali tour mordi e fuggi.
Partendo dalla Rocca Maggiore, attualmente non visitabile all’interno per i lavori di ristrutturazione, ma in grado comunque di offrire un panorama unico sulla Città serafica, sull’intera Valle Umbra e su Perugia, l’acerrima nemica di un tempo, che da lì si riusciva a controllare meglio, si scende tra i vicoli e le piazzette della città medievale, in cui si aprono finestre addobbate di fiori, curatissimi giardini ed edicole votive, fino alla Cattedrale di San Rufino, il duomo della Città di Assisi, dove sia Francesco che Chiara furono battezzati.
All’interno della cattedrale, che ha subito parecchi rimaneggiamenti nel corso del tempo, c’è ancora il fonte battesimale originale davanti al quale i due piccoli assisani, che sarebbero diventati grandi per il mondo intero, furono aspersi con l’acqua benedetta. Fuori, la facciata della chiesa rappresenta tutt’oggi uno degli esempi più belli di romanico umbro, con il suo rosone ricamato e le tante statue che la arricchiscono, pregne di simbologia.
Camminando in discesa, tra negozi per turisti e scorci indimenticabili, si arriva alla Basilica di Santa Chiara, costruita dove un tempo sorgeva la chiesa di San Giorgio, presso la quale il piccolo Francesco frequentò la scuola e imparò a leggere e scrivere. Qui riposa Santa Chiara e vivono le sue consorelle, da quando, nel 1257, lasciarono San Damiano per motivi di sicurezza, portandosi dietro, reliquia preziosissima, il Crocifisso che si narra abbia parlato a Francesco, invitandolo a “riparare la mia chiesa che è in rovina”, e che oggi si può ammirare appunto all’interno della basilica stessa.
Scendendo ancora, si arriva alla Chiesa di Santa Maria Maggiore e al Vescovado. Qui, nel 2017, è stato inaugurato il Santuario della Spogliazione laddove Francesco si spogliò delle ricche vesti davanti al padre Bernardone e al Vescovo Guido.
La chiesa oggi ospita il sarcofago del Beato Carlo Acutis, il quindicenne milanese morto di leucemia nel 2006 e proclamato beato da Papa Francesco nel 2020, la cui tomba è meta di pellegrinaggio di moltissimi suoi coetanei. Poco distanti, si trovano l’Oratorio di San Francesco, in cui si dice che il santo sia stato dato alla luce nel 1181 o 1182 e la Chiesa Nuova, con i resti della sua casa paterna.
Poco distante, è la Casa di Messer Bernardo da Quintavalle, l’amico che cercò di richiamare a più miti consigli il giovane Francesco, che i suoi concittadini consideravano quantomeno “stravagante”, salvo poi diventarne il primo compagno, dopo averlo visto in estasi proprio in quella casa, oggi privata e non visitabile.
Uscendo da Assisi meritano una visita attenta e rispettosa il monastero di San Damiano, come detto, ma anche il santuario di Rivotorto, costruito sopra al Sacro Tugurio, e la Porziuncola a Santa Maria degli Angeli.
Al Sacro Tugurio, una spartana costruzione in pietra, rimaneggiata nel corso dei secoli, si può dire che tutto ebbe inizio. Esso fu, infatti, la dimora di Francesco e dei suoi primi compagni, che vivevano lì in totale povertà. Sorgeva, non per caso, vicino a un lebbrosario, affinché lo stesso Francesco e i suoi potessero prendersi cura di coloro che, a causa della malattia, erano reietti, tenuti a debita distanza dalla città. Da qui, nel 1211 circa, Francesco si spostò alla Porziuncola, dove visse buona parte della sua vita e morì, il 3 ottobre 1226.
Oltre alla piccola chiesa, intorno alla quale è stata costruita l’imponente basilica di Santa Maria degli Angeli, qui è possibile visitare, tra l’altro, il roseto di san Francesco, unico posto al mondo in cui fiorisce la rosa canina assisiensis, una rosa senza spine per non ferire il corpo di Francesco che, si racconta, una notte, per sfuggire alle tentazioni, vi si sia gettato in mezzo; la cappella delle rose, nel punto esatto in cui sorgeva la capanna nella quale Francesco si riposava e pregava, la cappella del Transito, antica infermeria del convento, in cui il santo spirò, e un piccolo ma curato museo, realizzato negli anni Venti del Novecento, nei locali del convento non toccati dalla costruzione successiva della chiesa.
Alla Porziuncola, ogni 1 e 2 agosto, si tiene il cosiddetto Perdono di Assisi, l’indulgenza plenaria chiesta e ottenuta dallo stesso Francesco per tutti i suoi fratelli – anche quelli a venire – il 2 agosto 1216.
All’epoca di Francesco, Assisi era già una città potente, che rivaleggiava con la vicina Perugia, con cui fu spesso in guerra. Le sue origini risalgono agli Umbri, popolo che ebbe molto in comune con i vicini Etruschi, prima che i Romani imponessero il loro dominio nell’area, facendo di Assisi stesso un importante e ricco municipio.
L’Asisium romano rappresenta, dunque, un altro curioso e interessante itinerario di visita della Città serafica. Nell’attuale Piazza del Comune non si può non restare colpiti dalla ben conservata facciata del Tempio di Minerva – oggi ingresso della Chiesa barocca di Santa Maria sopra Minerva – che ci ricorda che lì sorgeva il Foro, parzialmente visitabile al di sotto della piazza stessa.
Altre testimonianze dell’epoca romana si trovano disseminate nel centro storico, tra cui fonti e cisterne, come quella perfettamente conservata nella Chiesa di San Rufino, importanti domus, testimoni dell’elevazione sociale ed economica della città, come la domus del Larario, a due passi dalla piazza del Comune, con i suoi muri affrescati ancora ben visibili, significativo esempio di stile pompeiano al di fuori di Pompei, o la cosiddetta domus di Properzio, collocata proprio al di sotto della chiesa di Santa Maria Maggiore, per finire con l’immancabile anfiteatro, riconoscibile nella sua forma, malgrado le abitazioni che vi si sono addossate, a partire dal Medioevo.
Non meno interessante e piacevole è il soggiorno naturalistico che Assisi e i suoi dintorni offrono, a contatto con quella stessa natura che Francesco chiamava “sorella” e per la quale rendeva grazie con il suo Cantico.
La città, infatti, si trova alle pendici del Parco regionale del Monte Subasio, oggi sempre di più, anche per volontà della stessa amministrazione comunale, sede e meta di tante attività outdoor.
Dalle passeggiate e le escursioni a piedi tra i boschi e le praterie, magari sotto l’occhio vigile e curioso di qualche cavallo che vive libero lassù, godendosi l’opportunità di ammirare una flora e una fauna ricchissime e di prendere un po’ di fresco sotto l’ombra dei faggi, al mountain biking e alle escursioni a cavallo, fino al volo in parapendio. Assisi, insieme a Spello, Nocera Umbra e Valtopina, tutti comuni ricadenti nel territorio del Parco, stanno lavorando all’integrazione dell’offerta turistica del territorio, aprendosi al turismo all’aria aperta e valorizzando anche l’impegno di associazioni e operatori del settore.
Da Assisi, inoltre, parte la Fascia olivata che arriva fino a Spoleto, dopo aver attraversato i borghi di Spello Foligno, Trevi e Campello sul Clitunno, uno degli ambienti più caratteristici dell’intera regione, 40 chilometri di uliveti a perdita d’occhio, dove la mano dell’uomo ha preservato la natura, l’ha valorizzata e tuttora la tutela.
Un patrimonio storico, artistico e paesaggistico unico, al punto da volerlo candidare a Patrimonio Mondiale Unesco. Passeggiare lungo il Sentiero degli ulivi, che collega Assisi a Spello, fermarsi in uno dei tanti agriturismi della zona per rinfrancare il corpo e lo spirito con i buoni piatti della tradizione umbra, coccolati dall’ospitalità tipica del gente del posto, è un’esperienza che rigenera.
Senza dimenticare la visita all’Eremo delle Carceri, perfetta sintesi tra turismo religioso, culturale e naturalistico, e il Bosco di San Francesco, magnificamente gestito dal FAI, in cui è possibile trascorrere una giornata nel verde in totale relax, con vista sulla città soprastante. Nel Bosco, merita una visita il Terzo Paradiso, l’opera di land art realizzata da Michelangelo Pistoletto a simboleggiare l’armonia tra uomo e natura, così propria della città di Francesco.
Maria Luisa Lucchesi
Dove dormire: Hotel Giotto, via Fontebella, 41 Comodo 4 stelle, in pieno centro storico. www.hotelgiottoassisi.it La Malvarina Agriturismo Ristorante via Pieve di Sant’Apollinare, 32 Immerso nel verde, ideale per chi vuole rilassarsi e gustare i prodotti del territorio www.malvarina.it Domus Pacis Piazza Porziuncola, 1 Hotel Ristorante a due passi dalla basilica di Santa Maria degli Angeli www.domuspacis.it Dove mangiare: Ristorante Il Frantoio via Fontebella, 25 Un’esperienza gastronomica di qualità con i prodotti del territorio e un’attenzione particolare all’olio extra vergine di oliva www.ristoranteilfrantoioassisi.it Trattoria Pallotta Assisi Via della Volta Pinta, 3 Il gusto tipico della tradizione assisana www.trattoriapallotta.it Osteria del Mulino Via San Vittorino, 34 Una tappa culinaria tipica, immersi nel verde del Bosco di San Francesco Facebook: Osteria del Mulino