Primavera d’arte a Brescia e dintorni
In Lombardia alla scoperta di castelli, parchi e tesori archeologici
Ecco alcuni consigli per sorprendenti itinerari primaverili en plein air a Brescia e nella sua provincia
Con l’arrivo della primavera e il suo clima più favorevole torna la voglia di fare gite all’aria aperta. Tra i luoghi d’Italia che molto hanno da offrire in termini di tesori storici e artistici rientrano certamente anche Brescia e la sua provincia.
In un arco temporale che va dalla Preistoria all’arte contemporanea, tante sono le testimonianze storiche delle persone che hanno abitato quei territori prima di noi, lasciando tracce visibili del loro passaggio in modo da permetterci di ammirarle ancora oggi nella loro stupefacente bellezza. Siti archeologici, capolavori Unesco, castelli, fortificazioni, parchi, queste le meraviglie che è possibile trovare a Brescia e dintorni, luoghi spesso all’aperto e quindi perfetti da visitare con la bella stagione in un’inesauribile ricerca di appagamento della propria sete di cultura.
Le incisioni rupestri della Val Camonica
In un’area che dal lago d’Iseo si estende fino all’Alta Valle Camonica esiste un vero e proprio museo archeologico a cielo aperto, una galleria di opere d’arte di età preistorica inserite in un contesto naturale e incontaminato. Sono le famose incisioni rupestri della Val Camonica, conosciuta anche come la Valle dei Segni, talmente notevoli per numero e importanza che sono state il primo sito italiano dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1979.
Inoltrandosi tra boschi e prati è possibile ammirare su oltre 2.000 rocce più di 200.000 incisioni rupestri istoriate distribuite in ben 180 siti di 24 comuni ed eseguite in un arco di tempo di oltre 12 mila anni, dal Paleolitico al periodo Romano. Si tratta di una preziosa testimonianza dei nostri antenati vissuti agli albori della civiltà, uno dei più incredibili resoconti del modo di vivere preistorico che sia giunto sino a noi. Avere il privilegio di trascorrere una giornata o un intero weekend in mezzo a queste straordinarie creazioni artistiche significa non solo dare un piacere agli occhi, ma fare un istruttivo viaggio all’indietro alla scoperta del nostro passato, utile per grandi e bambini.
All’interno degli 8 parchi archeologici dedicati, la funzione didattica è garantita dalla presenza di una chiara cartellonistica che aiuta a muoversi nell’affascinante e complesso linguaggio figurato utilizzato su massi di varie forme e dimensioni, alcuni dei quali raggiungono i 50 m e raccolgono fino a 100 incisioni.
La maggior parte delle rocce che recano figure sono concentrate nella zona di Capo di Ponte. In particolare, il maggiore raggruppamento scoperto al mondo lo si trova nel Parco Nazionale di Naquane: oltre 30mila figure incise su 104 massi. Non per niente è stato il primo Parco archeologico italiano, istituito nel lontano 1955. Dirimpetto, sono situati i Massi di Cemmo e poco distante il Parco archeologico comunale di Seradina e Bedolina. Altre incisioni si trovano nei parchi di Lago Moro, Luine e Monticolo a Darfo Boario Terme; Ossimo; Ceto, Cimbergo e Paspardo; Sellero; Sonico e, con molti altri reperti, al Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica di Capo di Ponte.
Le Grotte di Catullo e altri resti romani
In tutto il territorio della provincia di Brescia sono rimaste numerose testimonianze archeologiche giunte sino a noi dall’antica Roma. Tra le più suggestive è d’obbligo citare le Grotte di Catullo, un complesso situato all’estremità della penisola di Sirmione, in una posizione dalla visuale privilegiata che domina sul lago di Garda e sulle sue acque azzurre. Con un’estensione di oltre 2 ettari tra il verde degli ulivi è il più imponente esempio di villa romana che sia mai stato scoperto a oggi nel Nord Italia. La sua costruzione risale alla prima età imperiale, fra la fine del I sec a.C. e l’inizio del I sec d.C., e durante il Rinascimento acquisisce l’attuale denominazione, perché, dopo essere andata in rovina, la villa, o quanto di essa rimane, comincia a presentare alcuni vani crollati e coperti dalla vegetazione che ricordano delle grotte. La scelta di Catullo è invece dovuta ai celebri versi del poeta in cui definisce Sirmione “gioiello tra tutte le isole e penisole dei mari e dei laghi”.
I meravigliosi resti di un’altra villa romana collocata sul Garda sono visibili nella zona archeologica di Desenzano. Il complesso in questo caso è del IV sec. d.C. e presenta estesi pavimenti policromi a mosaico di raffinatissima fattura.
Non solo la provincia, pure la città di Brescia conserva alcuni preziosi tesori archeologici, che sono divenuti siti Unesco. Il primo è il Parco archeologico di Brescia Romana Brixia, la più vasta area di rovine romane del Nord Italia. Il pezzo forte conservato al suo interno si trova nel Tempio Capitolino ed è la Vittoria Alata, rarissimo bronzo romano di grandi dimensioni risalente alla prima metà del I sec. d.C., un’opera che per la sua bellezza è stata eletta a simbolo della città.
Il secondo sito Unesco di Brescia è il Museo di Santa Giulia, un complesso unico nel suo genere in Europa, dove è possibile ammirare resti di domus romane, chiese e chiostri. Il visitatore farà un tuffo nel passato per ricostruire la storia della città a partire dall’Età del Bronzo e ad aiutarlo in questo contribuirà pure la ricca esposizione di sculture, mosaici, reperti, oggetti artistici e tesori come la Croce di Desiderio, eccellente esemplare di oreficeria carolingia.
Il Castello di Brescia, emblema della città
Brescia ha tanti gioielli architettonici e uno dei più celebri è sicuramente il suo Castello, tanto da essere diventato simbolo della città. La fortezza si trova sulla cima del Colle Cidneo, che ospita sulle sue pendici il più grande vigneto cittadino d’Europa. Struttura tra le più maestose e meglio conservate d’Italia, il Castello domina dall’alto l’intera città, offrendo ai visitatori un ambiente unico fatto di giardini, belvedere e bastioni da cui ammirare panorami incredibili. Basta oltrepassare l’imponente portale d’ingresso e subito si accede a una cittadella dove poter passeggiare tra edifici possenti frammisti ad angoli di verde in un’unione felice tra natura e cultura.
All’interno del Mastio Visconteo del Castello è possibile visitare il Museo delle Armi Luigi Marzoli, dove è conservata una delle più importanti raccolte europee di armi e armature antiche. E per gli amanti dell’avventura l’Associazione Brescia Underground mette a disposizione una visita guidata attraverso i cunicoli e i sotterranei della città.
I castelli da favola della pianura bresciana
La provincia di Brescia è ricca di castelli e fortificazioni che servivano a difendere il territorio. Molti degli edifici sono costruzioni ancora ben conservate e affascinanti nella loro architettura. In particolare, la pianura bresciana ospita due tra gli esemplari più inconsueti e stupefacenti.
Uno è il Castello di Padernello, fortezza quattrocentesca dalla possente sagoma a mattoni che si specchia nelle acque dell’ampio fossato da cui è circondata. Agli interni riccamente arredati si accede attraverso un ponte levatoio ancora funzionante, mentre nel parco esterno si può intraprendere un percorso nel verde che conduce fino al Ponte San Vigilio, meravigliosa opera di land art di Giuliano Mauri che consiste in una sorta di galleria naturale fatta da un armonioso intreccio di rami di castagno ed eretta su un piccolo corso d’acqua.
L’altro maniero bizzarro e bellissimo della pianura bresciana è il Castello di Montichiari, una costruzione con torri e merlature che ricordano quelle delle fiabe. Fu dimora del conte Gaetano Bonoris, che lo fece edificare a fine Ottocento in stile neomedievale sulle rovine di un’antica rocca. Il conte si ispirò ai modelli architettonici dei castelli valdostani tre-quattrocenteschi sia per la struttura esterna, sia per gli arredi, le decorazioni e gli affreschi. A rendere ancora più speciale il posto sono il grande parco con alberi secolari e il giardino pensile.
Le maestose rocche sul lago di Garda
Costruzioni fortificate di grande impatto visivo punteggiano anche la zona bresciana che si affaccia sul lago di Garda. Uno dei castelli da cui si gode una vista panoramica sul bacino lacustre è la Rocca di Lonato del Garda. Dichiarata monumento nazionale nel 1912, la fortezza medievale è tra le più imponenti di tutto il Nord Italia. Nella parte più alta sorge la Casa del Capitano, edificio cinquecentesco dove è possibile visitare al piano rialzato il Museo Civico Ornitologico e al piano interrato la Sala immersiva, un locale sulle cui pareti vengono proiettate foto scenografiche del territorio del Garda.
La Rocca è circondata da un grande parco attraversato da vari sentieri che si prestano a rilassanti passeggiate in un contesto botanico e naturalistico di immensa bellezza. Uno dei percorsi pedonali del parco conduce alla Casa del Podestà, che insieme alla Rocca forma il complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como. Nella splendida Casa Museo, nata verso la metà del Quattrocento come sede del rappresentante di Venezia, si possono ammirare inestimabili collezioni d’arte, antichi arredi e una stupenda biblioteca.
Un’altra spettacolare fortezza sul lago di Garda è la Rocca Scaligera di Sirmione, tra i massimi esempi di architettura militare duecentesca, fatta costruire da Mastino I della Scala, signore di Verona, perché fungesse da presidio e approdo per la sua flotta. Il castello è collocato in un punto strategico all’ingresso della cittadina e si affaccia direttamente sul lago con le sue imponenti mura e la darsena ben protetta. Al suo interno è possibile ammirare un pregevole Lapidario romano e medievale, mentre salendo i 146 gradini che portano al lungo camminamento di ronda e alla Torre Angolare si può beneficiare di una visuale panoramica sul lago di Garda e sulla città di Sirmione.
Una vista impareggiabile sulle acque del più esteso lago italiano la offre anche la Rocca di Manerba del Garda, dall’alto del promontorio su cui è posizionata, promontorio ricoperto da una fitta vegetazione e la cui sagoma è associata nell’immaginario popolare al profilo di Dante.
La costruzione del castello si deve ai Longobardi nell’VIII sec., ma i vari ampliamenti sono opera dei proprietari successivi. Per via della posizione strategica la Rocca è a lungo oggetto di contesa tra Guelfi e Ghibellini, Veronesi e Bresciani, almeno sino alla distruzione finale ordinata dal Provveditore di Salò alla fine del ’700, perché divenuta covo di malfattori. Dopo essere stati riportati alla luce, i resti del castello sono oggi l’attrazione principale del Parco archeologico, di cui fa parte anche un interessante museo.
Altro punto di forza del posto è la ricchezza floristica del promontorio, valorizzata attraverso la Riserva Naturale della Rocca e del Sasso di Manerba del Garda: in un’area relativamente circoscritta abita una varietà incredibile di specie vegetali, piante appartenenti a climi diversi che crescono l’una a fianco all’altra sulle sponde placide del lago. Conoscere e contemplare questo variegato paesaggio nei suoi molteplici elementi naturali è semplice e divertente grazie alla chiara cartellonistica che accompagna i sentieri tematici pensati per i visitatori.
Magnifiche fortezze sulle sponde di altri laghi
Non solo il lago di Garda, altri bacini ospitano suggestivi manieri che con la loro maestosa presenza dominano il paesaggio lacustre. È quello che fa la Rocca d’Anfo dalla sua posizione arroccata sulle scoscese pendici del monte Censo parecchi metri sopra il lago d’Idro. A renderla degna di nota è il suo essere la più grande fortezza napoleonica d’Italia, ma anche la sua struttura stravagante e unica, composta da più edifici staccati l’uno dall’altro e posizionati su diversi livelli di altezza. Occupa in tutto 50 ettari di monte in una fascia di terreno di forma triangolare che del Censo raggiunge quasi la cima. L’insieme di fortificazioni a picco sul lago che compongono il castello coprono un dislivello che va dai 371 ai 1050 metri. Gli edifici principali del complesso sono due: la rocca veneziana, la più antica, posizionata a sud e quella napoleonica, collocata più a nord. La visita della fortezza farà la gioia delle persone avventurose e sportive. A tutti si consiglia comunque di munirsi di abbigliamento comodo e scarponcini da trekking. Sono disponibili 3 itinerari di varia lunghezza, che prevedono obbligatoriamente l’accompagnamento della guida: il Percorso Napoleonico, il Percorso Panoramico e il Percorso dalla Serenissima al Regno d’Italia.
Un altro castello immerso in un ambiente lacustre è la Rocca Oldofredi-Martinengo che si staglia sul lago d’Iseo dall’alto di una delle due vette di Monte Isola. Questa imponente fortezza rinascimentale non è al momento visitabile, perché così hanno deciso i privati che ne possiedono la proprietà. Tuttavia è bellissima da vedere anche solo da fuori, come tappa di un’escursione fra boschi di castagni, campi coltivati e qualche raro vigneto. Oltretutto il panorama che si gode dal promontorio del castello merita certamente una sosta.
Castello di Breno, gioiello tra le montagne
La Val Camonica tra i tanti tesori che vanta annovera anche il Castello di Breno, classica fortificazione medievale fatta di possenti mura e alte torri merlate. Grazie alla collocazione sulla cima di un colle il maniero sovrasta il paese da cui prende il nome e allo stesso tempo offre un punto di vista privilegiato sulle svettanti montagne che lo circondano. Per raggiungerlo basta una passeggiata in salita di 15 minuti con partenza dal centro di Breno.
La sua prima edificazione risale al periodo di Federico I Barbarossa (1100 – 1200) come insieme di torri e palazzi. Successivamente viene trasformato in roccaforte militare sotto la Repubblica di Venezia (1400 – 1500). Siccome nel sito dove sorge sono presenti anche tracce preistoriche risalenti all’VIII sec a.C., visitarlo significa inoltrarsi in un viaggio a ritroso attraverso diverse epoche lungo un arco temporale davvero ampio. Al di là dell’aspetto didattico, è già piacevole poter passeggiare tra le mura merlate e la casa-torre signorile, nonché salire sulla torre di 20 metri per godere del panorama montano. Così come rilassante è camminare tra gli immensi spazi verdi di cui è ricca la zona, uno dei modi migliori per trascorrere le giornate primaverili che ci aspettano.
Beatrice Maria Beretti
Per informazioni: www.visitbrescia.it