Le grotte di Pilato

Ponza, l’isola dei Faraglioni. Un paradiso naturale da scoprire nell’arcipelago delle isole pontine, di fronte al Golfo di Gaeta

Ponza è un’isola speciale, non solo per il mare dalle tante sfumature di azzurro, le calette nascoste o i faraglioni a picco sull’acqua, ma perché ti senti subito a tuo agio. Basta un giro al porto borbonico o lungo via Roma, la strada principale del paese affacciata sul mare, per sentirsi ben accolti. Avete bisogno di un’informazione? Nessun problema. Potete entrare dal macellaio: smetterà di affettare per farvi piacere, come è successo alla sottoscritta nel negozio del mitico Antonio.

Come raggiungere Ponza

I vip ci arrivano in elicottero, a volte soltanto per un giorno, come ha fatto all’inizio di giugno Jeff Besos, il giovane magnate fondatore di Amazon, che adora l’isola e la sua cucina, con una predilezione spiccata per gli spaghetti alla carbonara.

Se non fate parte di questa categoria avete altre valide scelte. L’aereo da Roma e Napoli con la navetta per raggiungere i porti d’imbarco, in piena stagione. Oppure in treno a Formia o Anzio, da qui in traghetto con circa due ore di navigazione. Per muoversi sull’isola l’ideale sono i taxi, che non mancano mai, le motociclette o le auto a nolo.

L’essenza di Ponza

Per scoprirla occorre non avere fretta. La sua storia ci porta lontano nel tempo, ai sacrifici e alla grande abilità dei pescatori ponzesi, pronti ad affrontare qualsiasi mare per poter sopravvivere ngopp a stu scoglio, in cima a questo scoglio, come i ponzesi definiscono  ancora oggi la loro isola.

Impavidi davanti al mare in tempesta, hanno percorso il Mediterraneo a caccia del corallo, hanno raggiunto la Sardegna per la pesca delle aragoste, spingendosi fino al redditizio mercato di  Marsiglia. Con “San Silverio” sempre nel cuore, il santo protettore di Ponza, a cui ogni anno vengono dedicate diverse feste.

Agli inizi del Novecento l’irriducibile Erasmo Vitiello, “industrioso uomo di mare”, riuscì a carpire da un capitano spagnolo, ancorato a Marsiglia, il segreto per far vivere le aragoste durante i lunghi tragitti via mare. Il gioco era fatto. Invitato a bordo del veliero spagnolo per un buon Cardinal Mendoza, si fece accompagnare da Mastro Gennaro, che riuscì a scendere di nascosto nella stiva, dove scoprì come costruire il vivaio per le aragoste.

Il cimitero, uno dei più sorprendenti del mondo, riflette lo spirito degli isolani. Sorge sul promontorio di Punta Madonna, a picco sul mare. In un continuo sali e scendi si affacciano tombe dai nomi che si ripetono, a raccontare la vita del luogo.

Chi è interessato può scoprire le vicende dei ponzesi fino ai nostri giorni sull’affascinante libro “I pescatori Ponzesi in Sardegna” di Gino Usai, Edizioni Ristampa.

Il mare di Ponza e le isole

Intorno a Ponza si trovano le isole di Gavi, Zannone, Palmarola, Santo Stefano e Ventotene, a formare l’arcipelago delle isole pontine, del quale Ponza è l’isola più grande.

L’ideale è godersi il mare con la barca per potersi fermare nelle calette nascoste tra i faraglioni. Per i più raffinati, Claudio Romano (cell.3338647008) organizza giri con la sua barca storica, la feluga ponzese, realizzata dai maestri d’ascia dell’isola.

Da non perdere la giornata in barca organizzata da Mobydick (Agenzia Amareea tel.3460964485). Si parte alla mattina per tornare nel tardo pomeriggio. Il capitano intrattiene gli ospiti con il racconto della vita delle isole, illustra i punti salienti, come le cinque grotte di Pilato.

Scavate nel tufo in epoca romana per allevare murene e polipi, furono poi utilizzate a lungo dai pescatori locali come vivaio per le aragoste. Il ricordo dell’epoca romana è sempre vivo sull’isola. La Cisterna Romana della Dragonara, aperta al pubblico, perfettamente conservata nel suo impianto, ci fa scoprire come gli ingeniosi romani hanno gestito al meglio la conservazione delle risorse idriche in vista dei periodi di siccità.   

Da non perdere il passaggio in barca sotto l’arco naturale, i faraglioni spettacolari, gli scorci sulle vigne a Punta Fieno, le caprette arrampicate sulle rocce, le ville a picco sul mare. Tra queste spicca quella della famiglia di Fabiana, ponzese doc da generazioni, impiegata al comune, decisa ad affermare che “non lascerà mai la sua isola”.  

Fabiana

Quanto alle calette ce ne sono diverse dove sostare per il bagno. Consiglio quella di Bagno Vecchio, nota come la Parata, indicata per lo snorkeling o la romantica cala del Core, dove si trova la magnifica grotta dello Smeraldo.

La giornata sul Mobydick prevede un’ottima spaghettata a bordo e un giro intorno a Palmarola, una delle più belle isole del mondo, assolutamente imperdibile. A farci sognare ci sono, tra l’altro, la “cattedrale” situata nei pressi di Punta delle Brecce, e la grande scogliera bianca sul versante meridionale dell’isola.

Le Forna

Per chi alla barca vuole alternare qualche spiaggia c’è, ad esempio, la spiaggia attrezzata del Frontone, mentre a Le Forna, un piccolo borgo tranquillo, le piscine naturali di Cala Forna sono un incanto.

Ponza merita un inno alla cucina

Ogni ristoratore ha il suo segreto per ogni ricetta, compresa quella delle speciali lenticchie coltivate sull’isola.

Al “Rifugio dei Naviganti”, affacciato sul mare, Valeria e Mario Coppa, entrambi ponzesi doc, come rivela il nome, proseguono nella tradizione locale. Tra i loro atout, ci sono granseole e aragoste, vanto dell’isola, oltre ad altre specialità, come il sauté di cozze in crosta e il pesce spada sempre fresco grazie al fratello Mattia, proprietario di un peschereccio.

A pochi passi Gennarino a Mare è tra i più gettonati dell’isola. Ottimo il riso ai frutti di mare, ma anche gli spaghetti ai ricci e la cevice di sgombro. Affacciato sul porto, il ristorante EEA è amatissimo sull’isola per gli involtini di pesce spada con scamorza e melanzane all’agro, cocotte di gamberoni. In località Le Forna, un’oasi di tranquillità, si beve l’aperitivo con deliziosi stuzzichini seduti nel giardino dell’Oasi del Mare, per cenare poi da “Ivan Altieri”. Napoletani di nascita, da 27 anni ristoratori a Ponza, Ivan e la moglie Michelanna vantano tra le specialità lo spaghetto alla Nerano, ma anche i calamarini ripieni e gli assaggini speciali per antipasto.

Dove dormire

Dipende dalle preferenze dell’ospite. Se si predilige la vista sul porto e sulla spiaggia di Chiaia, il top è senz’altro l’Hotel Chiaia di Luna, con piscina, ristorante e ampi spazi esterni. Le camere sono piuttosto piccole, ma le suites con terrazza sul mare sono spettacolari. Per i motociclisti si consiglia il Grand Hotel Santa Domitilla, mentre l’Hotel Ortensia, in una struttura antica, è l’ideale per coppie romantiche. Un cenno particolare all’Hotel Bellavista nel vecchio paese, affacciato sul mare, gestito dal proprietario Giovanni Mastropietro, un mago nel creare un legame speciale con i clienti, grazie anche ai suoi imperdibili gamberi rosa locali.

I vini delle Antiche Cantine Migliaccio

Sembra incredibile, data la difficoltà nella coltivazione, ma a Ponza si produce del buon vino. “Un vino che profuma di mare”, precisa la signora Luciana Sabino, insegnante in pensione, viticultrice per passione, moglie di Emanuele Migliaccio, di antica famiglia ponzese, oggi dentista di successo a Napoli, che dal nonno ha ereditato la vigna sull’isola. Incontrarli è un vero piacere.

Nonostante le difficoltà Luciana Sabino non si arrende. Il loro Biancolella IGP, il vino locale dagli intensi profumi di agrumi e di frutta matura, il Fieno di Ponza Rosato e il Fieno di Ponza Bianco sono piacevolissimi e girano il mondo. (per degustazione cell. 339 2822252)

Silvana Rizzi